Piscina convertibile, niente riqualificazione La Corte costituzionale revoca i fondi
Brutte notizie per chi sperava di vedere la piscina comunale convertibile tornare al suo antico splendore. Dopo aver approvato, nei mesi scorsi, il progetto preliminare e definitivo per i lavori di adeguamento e messa a norma della piscina convertibile, il Comune si è visto costretto a revocare le relative delibere, in quanto “è venuta meno parte della fonte di finanziamento”, si legge nella delibera approvata nei giorni scorsi. E’ infatti stato annullato, su decisione della Corte Costituzionale, il fondo statale ‘per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva’, che è stato dichiarato illegittimo.
“Il comune di Cremona ha approvato i progetti preliminare e definitivo per i lavori di adeguamento e messa a norma della piscina convertibile, la spesa prevista era finanziata in parte – euro 250.000 – con contributo statale a valere sul Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva a tutte le età e tra tutti gli strati della popolazione da richiedere e per la parte rimanente – euro 50.000 – con devoluzione di mutuo da richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti – si legge nel documento -. La Corte Costituzionale, a seguito di un ricorso avanzato dalla Regione Veneto, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma che ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Fondo per cui era stato emesso il bando per la presentazione dei relativi progetti. Infatti secondo la Corte la previsione di finanziamenti a destinazione vincolata può divenire strumento indiretto di ingerenza dello Stato nell’esercizio delle funzioni delle Regioni e degli enti locali, nonché fonte di sovrapposizione fra politiche ed indirizzi del governo centrale e locale. La Consulta ha pertanto stabilito l’illegittimità del Fondo del Governo per la realizzazione di nuovi impianti sportivi o la ristrutturazione di quelli esistenti”.
Venuta a mancare la fonte primaria del finanziamento, la Giunta ha quindi deciso di non effettuare i lavori previsti.
Laura Bosio
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