Cronaca

Comitato: "Un errore le mancate nomine per Padania Acque"

Grande disappunto da parte del Comitato acqua pubblica rispetto alla mancata definizione delle nomine relative a Padania Acque Gestioni. “E’ importante che l’azienda possa ricevere l’affidamento ed iniziare a programmare davvero la propria vita – evidenzia il portavoce Giampiero Carotti -. Questa infinita lungaggine, dovuta (pare) solo a motivi di contrasto politico all’interno di alcune forze sulla distribuzione delle poltrone, rende evidente ciò che abbiamo sempre sostenuto, cioè che tutte le isteriche e minacciose ramanzine che abbiamo ascoltato in questi ultimi mesi sulla necessità di procedere di corsa al varo dell’azienda per evitare multe, rovine e calamità varie erano mezzi di pressione per spingere i sindaci a concedere deleghe in bianco senza fare tante domande. Riteniamo che a questo punto sia politicamente criticabile che i membri di organismi pubblici destinati a rimanere in sella per anni vengano nominati da sindaci che in gran parte andranno al ricambio tra poche settimane. Mille volte meglio un patto tra galantuomini in cui le forze politiche principali e i sindaci non in scadenza si impegnano pubblicamente a procedere a quelle nomine entro pochissimi giorni dall’insediamento delle nuove amministrazioni comunali, così che entro luglio al massimo l’azienda possa ricevere l’affidamento”.

Perplessità anche in merito allo statuto della nuova azienda, recentemente approvato: “Avevamo già a suo tempo evidenziato gli elementi negativi al suo interno e non ci torniamo sopra: oggi duole verificare che alcune modifiche approvate da un certo numero di comuni del territorio, volte a favorire la creazione di meccanismi e spazi di partecipazione, sono state rigettate dalla maggioranza dell’assemblea. Segnaliamo peraltro che nel corso della discussione dello statuto tenutasi nel consiglio comunale di Crema ci risulta che sia stata impedita la discussione di ulteriori modifiche. Lo statuto, concludendo, è stato redatto senza coinvolgere i cittadini organizzati ed è rimasto nella forma iniziale, arroccata e conservatrice: alla fine ancora una volta la volontà del presidente Salini ha prevalso su una compagine di sindaci e forze politiche che faticano a trovare tra loro una unità di obiettivi e strumenti, per quanto (finalmente) inizino ad apparire alcuni elementi incoraggianti, specie provenienti dai sindaci dei centri minori, che sempre più capiscono di essere ostaggio di giochi altrui.

Ciò che più conta è che ora che lo statuto è approvato non ha senso attendere la nomina di un organismo di controllo per riconoscere ufficialmente l’orientamento di un intero territorio (oltre che dello stesso consiglio provinciale). Dunque chiediamo con forza (e speriamo che i sindaci si uniscano a noi in questo) che immediatamente l’AATO deliberi la modifica del piano d’ambito che sancisce la scelta della società in-house: altrimenti sarà chiaro a tutti che questi continui rinvii servono soprattutto ad alcuni sindaci a non prendere posizioni politicamente scomode (si legga: invise al presidente e forse prossimo commissario Salini).

Chiudiamo con una preoccupazione: non vorremmo trovare seduti su poltrone aziendali personaggi che tra pochi mesi — visto l’avanzare del progetto complessivo di riforma delle amministrazioni provinciali, che prevede una profonda revisione di assetti e poltrone — si ritroveranno appunto senza una poltrona da occupare. E’ purtroppo un rischio piuttosto elevato e sarebbe una pessima eredità da lasciare a Padania Acque”.

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