Cronaca

Cremona e Pianura Padana spariranno dall'atlante Colpa del surriscaldamento

Cremona e la Pianura Padana destinate a scomparire a causa dell’innalzamento del livello dei mari. E’ un’agghiacciante simulazione, quella fatta da uno studente universitario slovacco, Martin Vargic, che ha riprodotto gli effetti sule zone costiere di quello che buona parte del mondo scientifico va sostenendo. Lo scioglimento del ghiaccio dei poli, se non arginato da immediati provvedimenti anti effetto-serra, provocherà un innalzamento dei mari di 260 piedi, pari a 79 metri. L’intera Pianura padana ne sarebbe sommersa, Venezia sarebbe la prima a scomparire.

L’Atlante di questo terrificante futuro, contenuto in uno studio citato nei giorni scorsi anche da Repubblica, è stato disegnato sul modello dei globi terrestri tardo rinascimentali, spesso fantasiosi e corredati di mostri fantastici, ispirati dai racconti dei viaggiatori.

La parte tratteggiata del confine della penisola italiana delimita le zone che saranno sommerse in base a questo scenario apocalittico. Oltre a tutta la Pianura Padana, sparirebbero il Salento, in Puglia e la zona attorno a Pisa (un tempo direttamente sul mare). Ma anche Nizza e Marsiglia verrebbero allagate. Solo per rimanere nel Mediterraneo, la costa africana ne risulterebbe completamente ridisegnata, con la formazione di una penisola libica. Ma anche tutte le metropoli costiere degli Stati Uniti orientali, Florida compresa, sarebbero destinate a scomparire.

Se l’Atlante ridisegnato è opera di fantasia, non lo sono le tesi scientifiche che ne stanno alla base. Domenica 13 aprile il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha presentato a Berlino una serie di dati che mostrano come il globo terrestre non sia in grado di sopportare un innalzamento di temperatura di oltre due gradi da qui al 2050, pena l’innalzamento drastico del livello dei mari. Per contenere il surriscaldamento globale sarebbe necessario ridurre le emissioni almeno del 40% da qui al 2050, meglio se del 70%. Nel primo decennio del Duemila, invece, il trend è stato esattamente l’opposto, con l’immissione nell’atmosfera di un miliardo di tonnellate di gas serra in più rispetto all’anno precedente. Il rapporto sollecita un “trasferimento massiccio” dai  combustibili fossili alle energie rinnovabili entro i prossimi 16 anni per poter ancora invertire il riscaldamento globale in atto. Altrimenti, entro il 2100 le temperature medie globali aumenteranno fra 3,7 e 4,8 gradi.

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