Corteo Sikh, la carica dei 5mila Cartelli per i marò
Foto Sessa
In migliaia hanno partecipato, nel pomeriggio di sabato, alla tradizionale Festa di primavera degli indiani Sikh, denominata del ‘Vaisaki’. Circa 5000 sono stati i partecipanti, provenienti da tutto il Nord Italia: Brescia, Mantova, Parma, ecc: una vera e propria invasione pacifica.
I partecipanti si sono radunati al Foro Boario intorno alle 14, per poi formare un lunghissimo corteo che si è snodato lungo le vie della città, passando da Porta Mosa, via Giordano, via del Sale, per andare a chiudersi nel piazzale Azzurri d’Italia. La Polizia municipale di Cremona ha seguito tutta la manifestazione, garantendo l’ordine pubblico e chiudendo le strade per permettere agli indiani di transitare. Tre auto decorate con una moltitudine di fiori aprivano il corteo, seguite da un carro su cui i bambini intonavano i canti del loro popolo. C’era quindi un gruppo di donne armate di scopa, che provvedevano a pulire la strada prima del passaggio del resto del corteo: un gesto simbolico. Chi seguiva, avrebbe potuto passare solo a piedi scalzi.
La novità rispetto agli anni scorsi è stata la manifestazione di solidarietà contro i Marò arrestati in India: nelle scorse settimane, infatti, i Sikh del tempio di Pessina Cremonese – uno dei più grandi d’Europa – hanno dato il via a una raccolta firme – finora 10mila quelle raccolte – a favore del rimpatrio dei marò italiani. “Chiediamo che i due marò possano tornare in Italia ed essere processati come giustizia vuole – chiede uno dei portavoce della congregazione -. Siamo per la giustizia, e quando avremo raccolto le nostre firme le porteremo al Governo italiano, affinché le faccia avere a quello indiano. Vogliamo che sappiano che i loro cittadini che vivono in Italia la pensano diversamente da loro”.
Ma la manifestazione aveva anche lo scopo di diffondere la cultura Sikh tra i cittadini cremonesi: a questo proposito sono stati distribuiti gratuitamente oltre 1.500 libri sul significato della manifestazione e sulle tradizioni dei Sikh. “Vogliamo che la gente ci conosca e capisca le nostre motivazioni, o perché ad esempio offrivamo da mangiare alle persone che si avvicinavano: un segno di condivisione, per noi molto importante” spiega ancora il portavoce. Altre copie del libro – 25.000 ne sono state stampate in tutto – sono disponibili presso il tempio di Pessina.
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