Ambiente

Mappa dei rifiuti abbandonati: situazioni peggiori in periferia e nell'area del canale

Il Comune di Cremona ha predisposto la mappa dei rifiuti abbandonati sul suolo cittadino: una fotografia precisa e puntuale delle cosiddette “discariche illegali”, che evidenzia situazioni di forte recrudescenza, specialmente in alcune zone della città, come l’area del porto Canale, e le zone periferiche. Le situazioni più critiche, come spiega Daniele Ferrari, responsabile del servizio, sono quelle di via Vulpariolo, via San Rocco, via Riglio, via Marasca Bassa, via Acquaviva, via Picenengo, via Riglio, via San Rocco, via Castelverde. “Se anche puliamo, i rifiuti ricompaiono poco dopo. Questo è un fenomeno di cui si prevede una crescita in corrispondenza dell’avvio – i cui termini sono comunque ancora molto incerti, soprattutto in centro storico – della raccolta differenziata spinta. Per questo nel caso abbiamo previsto di incrementare i monitoraggi, e l’assessore Bordi ha proposto anche un sistema di videosorveglianza per le zone più a rischio”. Peraltro ancora molti sono i dubbi sulla effettiva possibilità di avviare la differenziata spinta: in molti si chiedono se vi sia l’effettiva capacità e organizzazione per riuscire a farla partire. In ogni caso il Comune lavora per essere pronto ad intervenire nel momento in cui ve ne sarà necessità.

La mappa interattiva dei siti di abbandono illegale dei rifiuti sul territorio comunale è ora disponibile e consultabile da tutti i cittadini sul Geoportale del Comune. L’implementazione del progetto “siti abbandono rifiuti”, attivato per volontà dell’assessore alle Politiche Ambientali Francesco Bordi, in collaborazione con l’assessore alla Pianificazione Urbanistica Federico Fasani, è l’ultimo tassello dei servizi cartografici, organizzati dal Sit (Sistema Informativo Territoriale) nel Geoportale.

Le segnalazioni possono arrivare dai cittadini o dalle Gev (Guardie ecologiche volontarie). Le Guardie ecologiche compilano un modulo di sopraluogo con allegate le fotografie del sito e tutto ciò viene poi caricato sul Geoportale. “In rosso sono indicati i siti ancora da bonificare e in blu quelli già bonificati – spiega ancora Ferrari -. Man mano che si interviene in un determinato sito, aggiungiamo anche la fotografia post-bonifica».

«Le segnalazioni vengono raccolte a SpazioComune – aggiunge Riccardo Ordoni, responsabile del Sistema informativo territoriale -. Noi le elaboriamo, facciamo un sopraluogo, quindi contattiamo Aem, che viene incaricata di intervenire. Gli abbandoni poi possono essere anche in aree private, e in quel caso il Comune deve emanare un’ordinanza, chiedendo al proprietario di intervenire. Prossimamente predisporremo anche delle statistiche che siano visibili ai cittadini, come ad esempio su quali sono le tipologie di rifiuti che vengono abbandonati con maggior frequenza”.

La mappa presenta quindi in rosso la geolocalizzazione delle discariche abusive ancora presenti sul territorio e in blu laddove c’è stata la rimozione del materiale. Delle statistiche consentono di identificare i siti dove si verificano in modo ricorrente gli atti incivile di abbandono dei rifiuti. Tramite una nuova applicazione open source implementata in house dal Sit e vengono poi inserite  le informazioni raccolte. L’applicazione permette l’inserimento delle coordinate spaziali e trova automaticamente, tramite i dati catastali, i proprietari delle aree interessate, informazione utile in caso di emissione di ordinanza. A seconda della tipologia dei rifiuti vengono gestiti i provvedimenti di rimozione e allertati gli uffici competenti (Aem Igiene Ambientale, Asl e proprietari). Particolare attenzione viene posta per i rifiuti pericolosi contenenti amianto. Successivamente gli uffici che provvedono alla rimozione segnalano tempi e modalità della bonifica ambientale.

I cittadini possono verificare attraverso la mappa interattiva, aprendo una piccola scheda associata ad ogni punto (con dati di sintesi e documentazione fotografica)  lo stato di avanzamento della procedura di rimozione. In questa fase l’Ufficio Ecologia sta procedendo a censire i luoghi più a rischio, grazie anche al lavoro di sopralluogo delle Gev e successivamente saranno disponibili sul Geoportale anche delle statistiche relative alla tipologia di rifiuto, alla localizzazione e all’attività di bonifica.

Laura Bosio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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