La passione per gli animali e il lavoro nelle ultime ore di Valentina Viero, la giovane veterinaria trovata morta dopo una notte in fosso
Sopra e sotto, Valentina con i suoi cani e l’auto recuperata dal fosso dopo l’incidente
E’ ovviamente indescrivibile il dolore dei familiari e dei tanti amici e conoscenti per la morte di Valentina Viero, 27 anni, scomparsa in un incidente stradale nella notte tra martedì e mercoledì sulla Paullese. L’auto su cui viaggiava e il suo corpo sono stati trovati attorno alle 8,30 di mercoledì mattina in un fosso (leggi l’articolo). Ora si attendono chiarimenti circa la causa e la dinamica. Previsto il sequestro del veicolo, in vista di accertamenti. Dai primi controlli sul luogo dell’incidente sembrerebbe trattarsi di un’uscita di strada autonoma (nessun altro mezzo pare sia coinvolto in alcun modo). L’uscita di strada risulta avvenuta dopo la mezzanotte, stando all’ultimo contatto con un amico. Tra le persone che conoscevano Valentina c’e ora attesa per la data dei funerali, ma bisognerà aspettare le prossime ore per sapere qualcosa.
Messaggi di cordoglio si susseguono, come sempre in questi casi, anche sui social network: sono molti, moltissimi. C’è chi si dice senza parole. Chi invece scrive: “Angelo, ci mancherai”. Oppure: “Ci siamo salutate ieri sera e mai avrei pensato di non rivederti più. Troppo giovane, troppo giovane”.
Valentina abitava in zona Villetta. In tanti ricordano la sua grande passione per gli animali. Amava i cani, ne aveva più di uno. Dopo gli studi al liceo scientifico tecnologico di Cremona aveva frequentato l’università a Parma ed era diventata veterinaria, seguendo questa sua passione, per poi iniziare a lavorare qui in città. Martedì sera al momento dell’incidente tornava da Crema, dove era stata proprio per una riunione di lavoro con altri veterinari. Qualcuno su Facebook scrive: “Mi spiace, era molto brava, portavo sempre il mio cane da lei in via Ippocastani”. Qualcun altro la ricorda a passeggio con i suoi cani: “La vedevo girare con i cani alla Villetta, dove abito, era una ragazza bella e buona”.
m.f.
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