Cronaca

Bilancio 2014, più soldi alla cultura Il Comune salva il Pareggiato

Ottimizzazione è la parola d’ordine del bilancio 2014 approntato dal Comune di Cremona, presentato nella mattinata di lunedì. Si parla di una ottimizzazione della spesa corrente di 2,5 milioni, senza alcun aumento delle imposte e senza toccare i servizi. Nel dettaglio della Spesa corrente al primo posto ci sono i servizi sociali e alla persona, che da 10.541.000 euro passano a 11.054.000, con un incremento del 4,8%. Al secondo posto i servizi per lo smaltimento rifiuti, il cui costo aumenta da 9.559.000 a 10.712.000 (+12%). La spesa per la scuola materna diminuisce invece del 6,7%, passando da 4.598.800 a 4.289.700.

Ad aumentare anche la spesa per la cultura (+3,8%). La voce maggiormente in calo è invece quella per gli asili nido (-15%). “Per quanto riguarda la cultura abbiamo voluto aumentare gli aiuti per il Museo del Violino, per il Ponchielli e per il Pareggiato, al fine di evitarne la chiusura e salvarlo sal suo destino” spiega il vice sindaco Roberto Nolli. Anche la spesa per il personale è stata tagliata: “Arriveremo con il 2014 ad un taglio del 6% dei dipendenti (45 in meno) e al 25% in meno dei dirigenti (ne verranno tagliati 4) – continua il vice sindaco -. E’ da sottolineare la grande capacità che ha avuto il Comune in questi cinque anni di fare investimenti: ne abbiamo fatti per 85 milioni, e altri 12 sono previsti per il 2014. Va dato atto al sindaco Perri della sua grande capacità di interagire con i privati per riuscire ad ottenere dei fondi: oggi solo chi è credibile può trovare finanziamenti”.

Un capitolo fondamentale è quello delle imposte: con l’avvento della Iuc, che comprente Imu, Tasi e Tari, le imposte a carico dei cittadini saranno in calo. “Un dato in controtendenza a Cremona rispetto a molti altri capoluoghi di provincia – dice Nolli. I cittadini si troveranno di fronte all’imposta comunale unica (Iuc), che è suddivisa in tre tronconi: la Tasi, che rappresenta l’Imu sulla prima casa; l’Imu, che vale per le seconde case e tutto il resto, la Tari, che è la ex Tarsu o Tares. Il Comune di Cremona ha deciso di lasciare invariata l’Imu a 0,98%, riconfermando tutte le agevolazioni già previste l’anno scorso (che al Comune porteranno un minor gettito di 1.290.000 euro); la Tari rimane identica alla vecchia Tarsu, anche se cambia il sistema di calcolo, che viene fatto sulla base del numero dei componenti della famiglia (mentre prima il calcolo era fatto sulla base dei metri quadri dell’abitazione). Il calcolo parte dal costo di smaltimento del Comune, che per Cremona è molto basso, tanto che siamo al quartultimo posto in Italia come capoluogo, e all’ultimo in Lombardia. Secondo questo coefficiente molti cittadini pagheranno meno di prima.
Infine la Tasi, ossia l’Imu sulla prima casa, verrà pagata da circa 24mila nuclei famigliari, di cui 22.000 (il 91%) pagheranno meno rispetto alla normale Imu, mentre le altre 2.000 famiglie pagheranno mediamente 7 euro in più. Questo è possibile perché il Comune ha applicato una Tasi che porterà ad un incasso di soli 5,6 milioni, contro i 6,2 del 2012 e i 7 del 2013».

Nolli ha anche fatto il punto rispetto al Bilancio consuntivo 2013, “la sintesi politica che si trasforma in numero – ha detto -.  Il nostro Comune è in controtendenza nazionale rispetto al resto del Paese: abbiamo eliminato il disavanzo che c’era nel 2009 (2,6 milioni) chiudendo con un avanzo di esercizio di 1.750.000. Abbiamo inoltre ridotto la spesa corrente, che dai 74 milioni del 2009 è arrivata nel 2013 a 70 milioni, e se ne prevedono altri 2,6 in meno per il 2014. In questi cinque anni abbiamo ridotto anche l’indebitamento complessivo del 20%, passando da 50 milioni a 42, senza accendere neppure un nuovo mutuo”.

Anche la copertura dei servizi a domanda individuale (rette, mense, sport, teatro e musei) è complessivamente diminuita: “a fronte di una spesa di 8 milioni di euro la copertura è di 2,5 milioni, ossia il 30,85%, contro una copertura del 44,32% del 2009” spiega l’assessore.

Nolli commenta anche la spinta di Renzi sui tagli di enti e istituti che non avrebbero, secondo il Premier, più ragione di esistere. “Non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma è vero che vi sono certe aziende troppo piccole, che non hanno più senso di esistere. Vedo allora positivamente delle aggregazioni che vedano una gestione mista tra pubblico e privato, dove il primo non perda la sua funzione di controllo, essenziale per offrire garanzie ai cittadini e un legame dell’azienda col territorio, e il secondo abbia la velocità di fare interventi tempestivi e mirati, investendo su un miglioramento costante”.

Laura Bosio

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