Cronaca

Non abusò dei mezzi di correzione: padre spera di tornare con il figlio

L'avvocato Brambilla

Non ha abusato dei mezzi di correzione ai danni del figlio di otto mesi. Lo ha deciso il giudice Cristina Pavarani che nei confronti di un papà tunisino di 58 anni ha derubricato il reato in quello meno grave di lesioni lievi, pronunciando sentenza di non doversi procedere per difetto di querela. Ora l’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Brambilla, può sperare di riavere il figlio con sé. “Il mio cliente è una persona per bene, ha sempre lavorato, il dramma della perdita della moglie appena dopo il parto lo ha segnato”. La storia comincia il 19 settembre del 2009 quando una donna nota l’imputato e il figlio in macchina. All’epoca il piccolo era già in affido consensuale. La madre era morta dopo il parto e il marito non si era sentito in grado di crescere il figlio da solo. Alla polizia, la testimone riferisce di aver visto l’uomo scuotere con violenza il bambino. In seguito alla segnalazione, l’operaio tunisino, che abita a Cremona, si ritrova accusato di aver abusato dei mezzi di correzione ai danni del figlio: allo  scopo di farlo smettere di piangere lo avrebbe colpito al volto con schiaffi e lo avrebbe scosso violentemente. Il referto medico riporta una prognosi di tre giorni. “Una modestissima violenza”, ha rilanciato in aula l’avvocato Paolo Brambilla. In seguito a quell’episodio, però, il tribunale dei minori di Brescia ha deciso per l’affido giudiziale. Per i primi due anni, il tunisino ha comunque continuato a vedere il figlio, anche se in modo sporadico e presso una struttura del Comune. In seguito il tribunale dei minorenni, anche grazie a quanto dichiarato dai servizi sociali, ha emanato un provvedimento in cui riconosce una condotta collaborativa da parte del padre, sia con l’affidataria del piccolo che con i servizi sociali. L’uomo, in effetti, ha risposto affettivamente alle esigenze del figlio.  “Il mio cliente”, ha ricordato l’avvocato Brambilla, “non ha mai perso la potestà genitoriale. Ora, grazie alla sentenza, speriamo che in tempi relativamente brevi il bambino possa tornare a casa dal suo papà”.

Sara Pizzorni

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