Cronaca

Barricata in casa per paura dell'ex marito Nuova condanna per stalking

La osservava dall’esterno attraverso i vetri delle finestre dell’abitazione, nella quale spesso riusciva ad entrare a suo piacimento. Sono ben quattro le pagine che compongono il capo di imputazione a carico di Amedeo, 54 anni, condannato dal giudice Christian Colombo a sette mesi di reclusione per il reato di stalking. Per l’imputato, il pm Antonino Andronico aveva chiesto una pena di un anno e tre mesi. Vittima, Maria, l’ex moglie, pedinata, spiata, minacciata e molestata dal giugno al novembre del 2011. Una gelosia “ossessiva e morbosa”, quella di Amedeo, che con Maria, nonostante la separazione, ha continuato a dividere l’abitazione (al primo piano viveva la donna con i tre figli, mentre lui nel seminterrato). Una condizione che ha permesso all’imputato il controllo continuo dell’ex moglie “mediante appostamenti, pedinamenti e l’invio reiterato di sms ad ogni ora del giorno e della notte”, comportamenti “spesso accompagnati da ingiurie e minacce, cui facevano seguito richieste di perdono e successive nuove molestie”.

Mesi passati nell’angoscia, per Maria, che il 9 giugno del 2010 si era vista entrare in casa con la forza l’ex marito mentre lei era in compagnia del suo attuale compagno. Amedeo l’aveva insultata ripetutamente, puntandole il dito con fare minaccioso e urlando: ‘L’hai visto in faccia? Hai visto com’è brutto? Guarda a chi vai insieme, mi fai schifo’. Per farlo uscire dall’abitazione, la donna era stata costretta a chiamare i carabinieri. Qualche giorno più tardi, la vittima e le figlie, stanche di essere osservate da Amedeo dai vetri delle finestre, anche attraverso le tende, avevano deciso di applicare del nastro adesivo alle zanzariere. E ancora: il 28 giugno l’imputato si era messo ad osservare dalle finestre l’ex moglie, il nuovo compagno e una coppia di amici durante una cena, cercando anche di entrare in casa con la forza. Una situazione insostenibile, per la donna e i suoi ospiti, costretti, nonostante il caldo, a continuare la cena con porte e finestre serrate. Da quel giorno la donna non ha più ospitato nessuno nella propria abitazione, temendo le reazioni dell’ex coniuge. Durante il giorno, Maria e i figli, oltre alle finestre, tenevano chiuse anche le imposte della porta d’ingresso e delle due porte finestre della sala e della cucina, sperando che l’uomo riuscisse ad entrare il meno possibile. Nonostante ciò, Amedeo, in un’occasione, trovate le imposte chiuse e non potendo bussare ai vetri della finestra, aveva colpito con una sbarra di ferro la finestra della cucina, facendo sobbalzare di terrore l’ex moglie.
A metà luglio, invece, l’imputato aveva inveito contro l’ex e i loro figli, e dal giardino, munito di una canna di gomma, aveva cominciato a riversare per dispetto dell’acqua all’interno della casa. ‘Ho qualcuno che mi aiuta a far fuori te e il tuo amico’, le diceva. Si era addirittura rivolto alla sorella di lei, pronunciando questa frase: ‘la ucciderò con la carabina che ho in cascina’.

Numerosi anche gli sms e le telefonate, a volte ingiuriosi, altri di minaccia, altri ancora di scuse: ‘devo farti un ben regalo, a preso ame’, le scriveva. Aveva minacciato di morte anche il compagno di lei, al quale aveva urlato: ‘hai rovinato la mia famiglia, sei un energumeno, ti ammazzo’. Frasi pronunciate anche davanti al figlio dodicenne dell’imputato. In un’occasione, Amedeo era entrato in casa come una furia, prendendo Maria per il collo e graffiandola. Per difendersi, la donna si era chiusa a chiave in camera da dove aveva chiamato i carabinieri. Nel processo, Maria era assistita dall’avvocato Mimma Aiello. Oltre alla condanna di Amedeo, il giudice, in favore della donna, ha disposto anche il risarcimento dei danni subiti.

Sara Pizzorni

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