Cronaca

La scuola piange Mario Lodi, per tutti il maestro del Vho

Nella foto, Mario Lodi

AGGIORNAMENTO – Un grave lutto ha colpito domenica in tarda mattinata la comunità di Drizzona, tutto il Casalasco e più in generale il mondo della scuola. Nella sua abitazione di Drizzona si è spento all’età di 92 anni Mario Lodi, per tutti da sempre “il maestro del Vho”.

Nato a Piadena il 17 febbraio 1922, Lodi inizia la sua carriera nel 1940 quando si diploma maestro elementare. Dopo avere subito l’esperienza del carcere negli anni della Seconda Guerra Mondiale (per motivi politici), nel 1948 Lodi è nominato maestro di ruolo a San Giovanni in Croce e in quel tempo viene in contatto con il Movimento di Cooperazione Educativa, un gruppo di insegnanti che intendono adeguare l’insegnamento della scuola pubblica ai principi della Costituzione repubblicana. Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho. Ed è proprio in questa scuola che, in ventidue anni di insegnamento, realizza libri di narrativa conosciuti ovunque, alcuni dei quali scritti insieme ai suoi alunni (come ‘Bandiera’, ‘Cipì’, ‘C’è speranza se questo accade al Vho’, ‘Il paese sbagliato’).

Un nuovo miracolo, Mario Lodi, lo realizza nel 1989 con i proventi del Premio internazionale Lego fonda la Casa delle Arti e del Gioco in una cascina a Drizzona (‘Piccolo Sforzosi’). Per tutto quanto ha realizzato, nel 2006 a Lodi viene assegnato il Premio Unicef 2005 ‘Dalla parte dei bambini’. Per divulgare il proprio metodo di insegnamento, Lodi utilizza anche giornali, come il quotidiano “La Cronaca” di Cremona che ospita alcune sue pagine culturali, in cui si rivolge ai bambini con grande naturalezza. Non solo: anche “Il Sole 24 ore”, di recente, ha dedicato a Mario Lodi una splendida collana con molti dei suoi racconti.

Lodi ha ricevuto anche, tra i numerosi riconoscimenti, la laurea honoris causa in Pedagogia dall’Università di Bologna. Si deve alla sua esperienza se anche in Italia si fa strada la consapevolezza che il bambino è portatore di una vera e propria cultura che una società civile deve saper accogliere e rispettare. In generale le sue metodologie educative furono inizialmente ispirate da quelle di Celestin Freinet, tanto da diventare esponente del Movimento di Cooperazione educativa. La vita di Mario Lodi ha interpretato culturalmente la ricostruzione dell’Italia sulla pedagogia e sul mondo della scuola e dei bambini attraverso un impegno concreto e quotidiano. In questo contatto quotidiano con i bambini, con la loro osservazione partecipe, Lodi ha ridisegnato il valore educativo della scuola, cambiandone aspetti e metodologie.

A settembre 2012, in occasione dei 90 anni del maestro, vennero organizzate maratone di lettura, laboratori didattici, spettacoli teatrali e proiezioni di film dedicate proprio alla figura di Lodi. Che se ne va, come per un gioco del destino, a pochi giorni dal ricordo di un altro grande maestro e pedagogista come Alberto Manzi in una fiction Rai: maestro degli italiani, Manzi, maestro dei bambini, e innovatore nel mondo dell’insegnamento, Lodi. Per tutti, per i Casalaschi in particolare, il maestro del Vho.

IL RICORDO FIRMATO DAL DIRETTORE DI CREMONA OGGI

Se n’è andato Mario Lodi, un amico carissimo e una delle menti più alte e più pure di questa nostra terra di pianura. Mario Lodi era il maestro che tutti vorremmo aver avuto. Quello che a scuola e nella vita ti faceva aprire gli occhi al mondo e che poi non te li faceva chiudere mai, quasi fosse una sentinella su tutto quanto si muove attorno. Il maestro delle scoperte, della semplicità, dell’osservazione e del ragionamento. Il maestro della scuola che non finisce mai, che dura tutta la vita. Ho invidiato i ragazzi del Vhò leggendo i suoi libri. Che fortuna aver avuto accanto un maestro così!

Ho collaborato con lui tanti anni quando dirigevo Cronaca. Nella sua casa di Drizzona abbiamo discusso a lungo dei contenuti dei giornali e del poco appeal che la carta stampata aveva sui bambini. Mario Lodi, generoso e pronto alle sfide come sempre, mi lanciò una provocazione: “Bisogna fare il quotidiano dei bambini”. Quella volta la sfida la raccolsi io: “Va bene, Mario. Sto partendo con un nuovo quotidiano, la Cronaca. Te la senti alla tua età (allora aveva quasi ottant’anni), di prepararmi ogni giorno una pagina intera scritta e pensata per i bambini?”. Partì così una straordinaria collaborazione unica nel suo genere: una pagina di quotidiano destinata ai bambini e agli educatori. Era quello che Mario Lodi probabilmente da tempo aspettava. Per otto anni ogni giorno sceglieva illustrazioni, testi, lettere e poesie per la nostra pagina. Ogni tanto veniva in redazione, sempre preannunciato da una telefonata e in punta di piedi per non disturbare. I miei redattori lo guardavano con attenzione e rispetto. Qualcuno ricordava che alle elementari aveva letto il suo Cipì, qualche altro rammentava di averne sentito parlare all’università. Rispondeva volentieri alle loro domande, li interrogava per capire. Mario era così, sempre affabile, disponibile ed attento verso tutti.

Anni fa mi coinvolse nella raccolta di firme contro la tivù spazzatura. Era avvilito nel leggere i dati di uno studio dai quali emergeva come i ragazzi avessero surrogato i libri con la televisione. “Mi piacerebbe che i bimbi potessero considerare la televisione – diceva – come un utile arricchimento di giornate piene di esperienze di gioco, di lettura, di vita in ambienti favorevoli e non come l’unico pertugio dal quale poter guardare il mondo”.

Mario Silla

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