Politica

Rifiuti, ok a linee guida Soregaroli si dissocia dal gruppo Pd

Le linee guida sui rifiuti entrano a piè pari nella campagna elettorale, con la discussione sul documento che costituirà le osservazioni del Comune di Cremona al piano provinciale rifiuti. Se ne è parlato lunedì in Consiglio, dove c’è stato l’ennesimo scontro tra centrodestra e opposizione Pd-Idv sul futuro di raccolta differenziata e inceneritore. La maggioranza ha infatti profondamente modificato il documento uscito dall’ultimo Tavolo Comune-associazioni del 10 gennaio, togliendo ogni imposizione temporale al gestore sia per dare il via ad uno studio di fattibilità sulle alternative all’incenerimento, sia per estendere la differenziata porta a porta, sia per definire lo spegnimento impianto. Il documento portato oggi in Consiglio contiene la volontà politica di superare l’incenerimento (come d’altra parte impongono Regione ed Europa) ma senza date. Luca Grignani (Forza Italia) ha ribadito che senza aver chiare le ripercussioni economiche della chiusura di san Rocco, si tratta di pura operazione di propaganda politica “mistificatoria della realtà, panzanate”. “Avete mai chiesto ai cremonesi, magari con un referendum, se sarebbero disposti ad affrontare le incognite legate ad un cambio di rotta? Vi preoccupate di cosa pagheranno i cittadini per la tassa rifiuti quest’anno, con l’obbligo di totale copertura dei costi del servizio? E poi, con cosa lo sostituite l’inceneritore, non ci avete presentato alcuna alternativa. Noi non diciamo che si debba restare immobili, ma restiamo convinti che  prima vada verificata la fattibilità tecnico economica di un’alternativa  e poi si spenga l’impianto attuale”.

Il Pd, prima con Caterina Ruggeri, poi con Alessia Manfredini, ha ribattuto punto per punto ricordando che “non da oggi, ma cinque mesi fa per la prima volta abbiamo chiesto che il Comune commissionasse ad Aem/Lgh uno studio di fattibilità di massima per impianto alternativo, ad esempio il trattamento meccanico biologico dei rifiuti. La realtà è che in tutto questo tempo non avete chiesto nulla”. E data la bocciatura del documento sulle linee guida rifiuti del 10 gennaio, che recepiva le integrazioni del Pd, oggi il gruppo consigliare ha presentato un ordine del giorno con la richiesta di reintegrare le scadenze temporali: sei mesi da oggi per “approntare entro i prossimi 6 mesi il progetto di fattibilità circa la dismissione del termovalorizzatore”, 6 mesi anche per approntare “il progetto di fattibilità relativo al trattamento dei rifiuti urbani alternativo all’incenerimento”; tre anni per realizzare “la dismissione dell’impianto”. Il tutto perchè, così come sono state ridotte, queste linee guida appaiono un “documento svuotato di ogni concretezza circa gli impegni da assumersi da parte dell’amministrazione comunale”, un documento che “induce a dubitare della effettiva volontà dell’amministrazione di voler procedere in tal senso”. Criticata anche la non attuazione della promessa fatta al Tavolo da Bordi: chiedere a Regione Lombardia di inserire l’impianto cremonese tra quelli da dismettere perchè obsoleti. Questa richiesta vincolante è stata invece sostituita con un più blando e vago protocollo di collaborazione Comune-Provincia-Regione.

Il consigliere Pd Daniele Soregaroli

Bocciato per 21 voti a 11 l’ordine del giorno del Pd. Ma al momento del voto erano già usciti dalla sala i consiglieri democratici Elena Guerreschi e Daniele Bonali, mentre Daniele Soregaroli si è astenuto.  “La questione rifiuti – ha detto a conclusione della seduta l’ex l’assessore all’urbanistica delle giunte Bodini e Corada –  sarà dirimente in questi mesi di campagna elettorale e farà la differenza tra un candidato e l’altro. Le scelte di prospettiva su inceneritore e gestione dei rifiuti avranno guarda caso uno sviluppo temporale coincidente con l’arco del prossimo mandato, e anche per questo sono convinto che dovrà essere la prossima amministrazione a prendere la decisione. Mi chiedo: che differenza c’è tra chiusura dell’inceneritore fra tre anni, o quattro o cinque? Cambia veramente qualcosa? A mio parere bastavano gli indirizzi contenuti nelle linee  guida”. Altro problema insito nella tempistica “obbligata” è anche che il prossimo sindaco possa disconoscere gli impegni presi da un’amministrazione in scadenza. “Sono sempre stato critico – conclude Soregaroli  – verso tutte le  misure di appesantimento della pressione fiscale in questo periodo storico, che vengano da governo centrale o locale. E non è che la differenziata sia stata inventata ora, l’abbiamo sempre fatta, anche vent’anni fa, portando i materiali nelle campane”. Insomma, rischiare di appesantire la bolletta della tassa rifiuti, in questo momento non è il caso.

Spaccatura politica nella minoranza?: “No, ho solo votato un odg, nient’altro. E poi non è  un mistero che io dal 2012 non sono più iscritto né al Pd ne ad altri partiti”.

Molto delusa dal dibattito consigliare, la rappresentante delle associazioni ambientaliste Maria Grazia Bonfante: “Inutile stare a parlare di spegnimento dell’inceneritore, se non si affronta la questione di Lgh/Aem. Queste aziende hanno bisogno di tenerlo in vita perchè fortemente indebitate. Nei loro bilanci non c’è nemmeno lo stanziamento necessario per il decommissioning dell’impianto. E anche l’intervento del consigliere Grignani ci conferma tra le righe che le vere motivazioni sono di natura economica, quando si afferma che dismettere l’inceneritore entro una data certa porrebbe il Comune di fronte a gravi ripercussioni strutturali”. Bonfante non risparma critiche nemmeno al Pd, partito che nell’ultimo anno si è speso molto – a livello di gruppo consigliare e oggi anche di segreteria provinciale – per  chiedere un drastico cambio di rotta ad Aem: “Il partito – afferma-  non è ancora univoco su questo tema”.

Giuliana Biagi

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