Cronaca

'Ndrangheta emiliana in espansione attraverso il territorio cremonese L'analisi della Direzione nazionale antimafia

La ‘ndrangheta emiliana si sta espandendo verso l’area bresciana passando per la zona cremonese. E le forze mafiose calabresi radicate a Cutro (la città nella quale secondo diverse risultanze investigative hanno base i gruppi più interessati al nostro territorio, con “avamposti” da tempo stabili in Emilia) stanno rafforzando il loro peso con la costituzione di quella che in ambienti ‘ndranghetisti viene definita “Provincia”, una sorta di cupola, di cabina di regia, di struttura decisionale in grado di coinvolgere famiglie diverse di luoghi diversi. Nel caso specifico, la nuova “Provincia” risulta capace di comandare su una zona che comprende Cosenza e Catanzaro e avere fondamenta a Cutro. E’ quanto emerge dalle carte della Direzione nazionale antimafia.

Il primo punto (l’espansione attraverso il Cremonese) viene delineato nella parte che riguarda l’Emilia dell’ultimo rapporto annuale della Dna (stampato a gennaio e riferito al periodo luglio 2012-giugno 2013). “Può sembrare singolare – c’è scritto – ma è come se si verificasse un fenomeno per il quale siano le regole del crimine organizzato a dettare il senso della circolazione autostradale, sì da fare in modo che la ‘ndrangheta emiliana, giunta verso Nord a Piacenza percorrendo la A1, devii poi sulla destra imboccando la A21 verso Brescia e, quindi, di nuovo a destra grazie alla A4 che la conduce nel cuore del Veneto. Come se la prosecuzione lungo la A1 le fosse interdetta, per come di fatto lo è, da un’altra presenza criminale che non la consente”. “In altre parole – prosegue la relazione – vuol cioè dirsi che la tendenza del crimine emiliano di espandersi verso l’area bresciana (passando per il Cremonese), e da qui verso il Veneto può oggi ritenersi prepotentemente confermata attraverso i dati in possesso di questa Direzione. E ciò è anche rappresentato dalle sinergie investigative che si instaurano ricorrentemente tra le Dda (Direzioni distrettuali antimafia, ndr) di Bologna e Venezia, cui si aggiunge anche quella di Brescia, ove spesso si espande la attività della struttura ‘ndranghetista delocalizzata installata in Emilia”.

L’altro punto (il rafforzamento del peso di Cutro) è contenuto nella parte dell’ultimo rapporto della Dna attenta agli sviluppi della ‘ndrangheta nel distretto calabrese di Catanzaro (che comprende la provincia di Crotone e quindi Cutro). Si parla di una “profonda evoluzione rispetto a quanto evidenziato dalle analisi precedentemente elaborate sulla operatività, struttura e alleanze riferite alle organizzazioni mafiose che operano sul territorio”. “Alla ricostruzione dei nuovi scenari criminali – è scritto nel dossier – ha contribuito l’acquisizione di importanti collaborazioni che hanno consentito di approfondire i legami tra gli apparati criminali veri e propri e la ‘zona grigia’ della ‘ndrangheta, con tale espressione intendendo riferirsi ai ceti produttivi, agli apparati professionali (tra i quali, in primo luogo, quelli operanti nel settore della giustizia e della finanza, quali avvocati, periti medico legali, commercialisti) in collegamento con tali sodalizi criminali. In generale può dirsi che recentissime acquisizioni investigative hanno evidenziato come le organizzazioni criminali del distretto di Catanzaro abbiano una organizzazione in qualche modo singolare rispetto a quella ricostruita nella nota ‘Operazione Crimine’ della Dda di Reggio Calabria”. Questo è il passaggio chiave: “Risulta infatti, da alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, essere stata costituita una ‘Provincia’, con radicamento a Cutro, che comprende i circondari di Cosenza, Paola, Castrovillari, Rossano, Catanzaro, Crotone e Lamezia Terme, con esclusione della sola Vibo Valentia che risponde, invece, direttamente a Reggio Calabria”.

Michele Ferro
redazione@cremonaoggi.it

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