Brescia si organizza per il controllo dell'A21Cremona isolata
Manovre in corso per il futuro di Autostrade Centropadane, la società che gestisce l’A21 e che attraverso la controllata Stradivaria punta alla realizzazione della Cremona-Mantova. Il territorio bresciano, ossia Comune, Provincia, Camera di Commercio e società Serenissima, che insieme detengono oltre il 55% del capitale, hanno stilato un protocollo d’intesa finalizzato alla valorizzazione delle proprie partecipazioni, anche attraverso la vendita delle rispettive quote a nuovi soci. Come si legge nella determina della Giunta Camerale bresciana del 20 gennaio che recepisce il protocollo, una delle finalità dell’operazione è di “proporre una modifica allo statuto societario che consenta l’ingresso anche di nuovi soci privati intenzionati ad acquisire una partecipazione di controllo (attualmente lo Statuto societario contiene una riserva di controllo a favore degli Enti Pubblici)”. Primo passo di questa “valorizzazione” è l’individuazione di un professionista esperto di diritto societario, ma soprattutto “l’attivazione di una procedura congiunta finalizzata all’alienazione delle quote possedute dalle parti”.
Il privato a cui guardano gli enti pubblici bresciani è Serenissima Spa, già proprietaria del 13,16% di Centropadane. Un suo rafforzamento e l’acquisizione delle quote di maggioranza, sia direttamente, sia attraverso l’ingresso di altri privati, consentirebbe agli enti locali bresciani un disimpegno sul fronte delle quote (con la liberazione di capitali quantomai necessari oggi a Comuni e Province) senza perdere, anzi rafforzando il proprio ruolo di leadership politica. Una prospettiva che dovrebbe intimorire il territorio cremonese, già oggi debolissimo dal punto di vista azionario, con soltanto il 15,5% detenuto dalla Provincia, il 5,9 dal Comune (in parte ceduto ad Aem) e il 5,7% appannaggio della Camera di Commercio. Il resto delle azioni è detenuto dal gruppo Gavio, forte di una capacità economica che gli ha consentito di entrare dapprima in punta di piedi nella società di San Felice e di conquistarsi successivamente altri spazi. Da ultimo acquistando le azioni poste in vendita dalla Provincia di Piacenza e salendo così oltre l’11% del capitale. L’ingresso di Gavio era stato caldeggiato dall’azione del Presidente della Provincia Massimiliano Salini, al fine di rafforzare la componente cremonese a fronte del muro bresciano. Nel 2012 il gruppo piemontese entrò in A21 acquistando l’1,63% di azioni proprie poste in vendita da Centropadane e derivanti dalla fuoriuscita di A2A. Già all’epoca i bresciani premevano per un’altra soluzione tesa a favorire l’ingresso di un diverso gruppo industriale, ma alla fine l’operazione-Gavio andò in porto. Ora i bresciani hanno fretta di stringere: entro il 10 marzo è prevista la pubblicazione dei nuovi bandi di alienazione delle rispettive quote e un mese dopo l’aggiudicazione.
Il futuro di Centropadane è ora tutto in mano alla politica, oltre che ovviamente allo Stato che deve ancora decidere il futuro della concessione. Fermo restando che gli enti locali non hanno soldi e possono solo lavorare per mantenere voce in capitolo all’interno di una Spa come questa, resta da capire come Cremona potrà mantenere quel ruolo che negli anni le ha sempre consentito di avere la presidenza e la sede di A21. Saranno in grado Comune e soprattutto Provincia di contrastare l’operazione bresciana, che senza mezzi termini mira, nel caso non andasse in porto la vendita delle quote pubbliche, a sottoscrivere “un patto parasociale che consenta ai soci firmatari di gestire la società stessa in considerazione anche delle potenzialità economiche che la stessa possiede; di regolare la governance della società equilibrando la rappresentatività dei partecipanti al patto; di prevedere diritti di co-vendita in caso di cessione di quote possedute dai partecipanti al patto”?
E a proposito di politica: non è detto che la Provincia di Brescia (a maggioranza centrodestra) sposi la sottoscrizione del protocollo, visto che in giunta ci sono state defezioni, da parte di assessori ex Pdl, divisioni sulle quali sta puntando il presidente cremonese Salini per contrastare il patto bresciano. “Nel pieno rispetto delle esigenze dei bresciani – si limita a commentare quest’ultimo – lavorerò e credo che riuscirò a garantire un equilibrio nell’azionariato e nella governance dell’A21, totalmente orientato alla collaborazione tra azionisti pubblici e privati e dei territori. Sono convinto che gli enti pubblici, uniti debbano accompagnare l’inevitabile crescita del privato, una crescita che non sia aggressiva verso i territori”.
All’orizzonte più prossimo c’è infine la partita dei rinnovi del Cda: la Provincia ha pubblicato l’avviso di presentazione delle candidature per le nomine di propria competenza (attualmente esprime il vicepresidente Alberto Sciumé) con scadenza termini il 7 marzo. Il limite dei due mandati è già stato superato da Augusto Galli, il presidente indicato a suo tempo dal Pd e riconfermato cinque anni fa da Oreste Perri, sindaco di centrodestra. Sia il gruppo bresciano che la Provincia di Cremona premono per un rinnovo il più celere possibile, quindi prima della scadenza elettorale, subito dopo l’assemblea di votazione del bilancio. Praticamente entro la fine di aprile.
Giuliana Biagi
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