Politica

Letta 'archiviato', ora tocca a Renzi Pd locale tra delusione e confusione

Matteo Renzi ha ricevuto da Giorgio Napolitano l’incarico per formare il nuovo Governo. In molti nel Pd locale si dicono chiaramente delusi o fanno capire di essere disorientati davanti a quanto accaduto negli ultimi giorni. Non mancano le reazioni al modo con cui il premier Enrico Letta è stato spinto alle dimissioni per favorire l’entrata in scena del segretario Renzi. Democratici cremonesi in fermento. Su Facebook si rincorrono i giudizi. Qualcuno predica fiducia, altri bocciano le scelte di Roma (e di Firenze).

“Da elettore non so che dire e pensare, che dici Ago?”, scrive il 13 febbraio, in occasione della direzione del Pd, un utente sulla pagina del consigliere regionale del nostro territorio Agostino Alloni, che risponde: “Renzi sta sbagliando”. “Molti sms, telefonate e mail. A breve ci troveremo. Per ora mi limito a dire, a modo mio, che potevano (e dovevano!) esserci altre strade. (…) Il mio sguardo resta, come sempre, rivolto in avanti.”. Questo il pensiero del 14 febbraio del segretario provinciale democratico Matteo Piloni. Tante le risposte tra i commenti. Una su tutte: “Guardiamo avanti. Ma che fatica”.

“Una pagina di grande storia democristiana”, scrive il capogruppo del Pd in Provincia Andrea Virgilio il 13 febbraio. “Purtroppo una pagina di storia Pd. È questo fa male di più…”, è uno dei commenti. Qualcuno è più pessimista: “Forse così tanto in basso non sarebbe scesa nemmeno la Dc, oggi muore il Pd, purtroppo”.

Tra le prime a commentare la “renziana” Alessia Manfredini: “Aspetto di ascoltare il discorso di Renzi per ottenere la fiducia e poi mi auguro che già nei primi 100 giorni di governo ci sia una scossa nei tempi, nei modi, nei nomi e nei fatti per il bene dell’Italia” è il suo post datato 15 febbraio.

Segnali di insofferenza. Ai quali si aggiunge il risultato delle primarie del Pd per l’elezione del segretario lombardo. Bassa, bassissima, l’affluenza in regione e anche in provincia di Cremona (e hanno votato prevalentemente gli iscritti sebbene le primarie fossero aperte a tutti). Due le spiegazioni che circolano negli ambienti democratici. Da un lato l’interesse limitato per l’elezione di un segretario regionale, soprattutto mentre si avvicinano le elezioni comunali. Dall’altro c’è chi crede che le vicende nazionali abbiano influito in modo rilevante. E l’exploit della candidata Diana De Marchi sostenuta dall’area di Pippo Civati (ha comunque vinto il renziano Alessandro Alfieri) sembra proprio riconducibile alle scelte di Roma (e di Firenze).

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