Cronaca

Ragazzini cremonesi in balìa di bulli senza nome Gogna pubblica sul social network delle polemiche

Insulti di ogni genere, giudizi spietati su caratteristiche fisiche e caratteriali e domande volgari e fin troppo indiscrete – tutto rigorosamente in forma anonima – sono all’ordine del giorno sui profili dei tantissimi, e giovanissimi, cremonesi iscritti a un social network non così noto (almeno non quanto Facebook e Twitter) ma che negli ultimi tempi ha preso sempre più piede: Ask.fm. Piattaforma ideata nell’Est Europa, Ask.fm è una moda definitivamente esplosa da un anno a questa parte, soprattutto tra i minorenni. Viene spesso definito il “social network dell’anonimato” per la possibilità di inviare messaggi senza rendere noto il proprio nome o nickname. Ma non manca chi ormai lo ha ribattezzato il “social network del bullismo” per il ripetersi di offese e volgarità, favorite, appunto, dall’anonimato. Ask.fm è al centro di polemiche in varie parti del mondo. In Italia la stampa nazionale ne ha parlato pochi giorni fa dopo il suicidio di una 14enne a Cittadella (Padova) presa costantemente di mira su Ask.fm da anonimi, con violenti insulti e giudizi crudeli.

Complicato stabilire quanti ragazzini cremonesi frequentano Ask.fm. Iscrivendosi e facendo una semplice ricerca compaiono subito molte utenze del nostro territorio. Cliccando ed “esplorando”, cosa che permette di passare da un’utenza ad altre non comparse nei risultati pubblici della ricerca iniziale, appare chiaro che la gran parte degli iscritti cremonesi ha fra i 13 e i 16 anni e frequenta scuole medie e superiori (spessissimo ad Ask è inoltre affiancata un’utenza Facebook). Sebbene non sia facile “calcolare” la presenza di giovanissimi della nostra provincia, è ipotizzabile procedere nell’ordine delle centinaia (almeno), alla luce del numero dei messaggi e dei “mi piace” (migliaia e migliaia) scambiati mediamente da ogni utente. Messaggi e “mi piace” presenti sulle pagine (spessissimo con palesi riferimenti locali come i nomi delle scuole) e “contabilizzati” su ognuno dei moltissimi profili reperibili.

Cremona Oggi ha monitorato per due giorni questo fenomeno. I rischi per i più piccoli e i più fragili in tempi di iper-utilizzo di internet con cellulari e dispositivi mobili (iPad e simili) sono sempre dietro l’angolo. Non ci sono ovviamente solo aspetti da censurare (c’è chi lo usa per chiacchierare e scherzare con gli amici). Ma non mancano, come accennato, i risvolti negativi. Il modello di Ask.fm funziona così: chiunque può mandare una domanda o un messaggio di qualsiasi genere (anche in forma anonima) a un utente per ottenere una risposta che verrà poi pubblicata “in chiaro”, assieme al messaggio iniziale, sulla bacheca dell’utente interpellato. Scorrendo queste bacheche è possibile imbattersi in messaggi iniziali (anonimi) fatti di insulti, critiche e giudizi anche duri su aspetti fisici e caratteriali, e in domande (anonime) impregnate di volgarità o riferimenti sessuali.

Frequentatissimi sono poi i profili anonimi, senza fotografie e nomi dei “titolari”, gestiti magari da più persone (dal linguaggio si direbbe comunque giovanissimi) che invitano gli adolescenti a fare domande (prevalentemente anonime) per ottenere giudizi, fisici e caratteriali su ragazzini e ragazzine del territorio. Molte le pagine di questo genere, alcune delle quali cadute in disuso da qualche mese a favore di altre sulle quali interventi sono stati inseriti anche in queste ultime ore. Compaiono, pubblicamente, elenchi di nomi e cognomi, per esteso, con tanto di valutazioni. Per sintetizzare: bello, brutto, intelligente, stupido, senza cervello, se la tira, e altro, di peggio. Preferiamo restare sul generico e non pubblicare estratti di questi giudizi, nemmeno omettendo i nomi, per non urtare nessuno dei minori in qualsiasi modo coinvolti.

E’ un mondo, questo, di cui spesso gli adulti non sono a conoscenza o non comprendono davvero le caratteristiche.

“Abbiamo messo in piedi progettualità legate al disagio giovanile e al bullismo con la collaborazione di diverse realtà e con corsi per insegnanti e sportelli per ragazzi delle superiori e delle medie nelle scuole”, spiega l’assessore comunale alle Politiche educative Jane Alquati, che ammette di non conoscere il fenomeno Ask.fm, evidentemente ancora in un cono d’ombra. “L’anno scorso – ad esempio, aggiunge la Alquati – abbiamo promosso un incontro specifico con il Salone dello studente, con la collaborazione dell’Università Cattolica e della polizia postale”. L’invito, per i ragazzi, è quello di rivolgersi agli sportelli nelle scuole in caso di difficoltà. L’impressione tuttavia, stando anche solamente alla portata del fenomeno Ask.fm, è che questi progetti, a livello locale e provinciale, necessitino di una marcia superiore, magari con un coinvolgimento ancora più deciso di insegnanti, genitori ed esperti del settore.

Michele Ferro
redazione@cremonaoggi.it

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