Ambiente

Aem: 'Differenziare costa di più', rischia di arenarsi il porta a porta in centro

I vertici di Aem Gestioni hanno illustrato mercoledi pomeriggio in Comune il piano economico finanziario riguardante la gestione rifiuti e i possibili scenari derivanti dall’estensione al centro storico della raccolta differenziata porta a porta. L’azienda, attraverso il presidente Federico Zamboni, ha mostrato con slides quali sono le varie voci che compongono i costi di raccolta e smaltimento, evidenziando l’entità delle risorse impegnate e i numerosi servizi “compresi nel prezzo”, quali spazzamento e pulizia strade a seguito di eventi vari (festa del torrone, Natale, Giovedi d’Estate; i sempre più frequenti mercatini tematici del sabato e domenica). Scopo della riunione dar modo al Comune di capire quali margini vi siano per estendere la differenziata a tutta la città, senza far lievitare i costi a carico dei cittadini, cosa che nessuno vuol fare in questo momento. Il passo successivo sarà, da parte della Giunta, l’adozione di scelte tecnicamente ed economicamente sostenibili per poter quantificare le tariffe della Tasi, la nuova tassa rifiuti che sostituirà la Tarsu. Sarà comunque il Consiglio Comunale a deliberare definitivamente.

Non semplice stimare l’impatto economico di un’estensione  del porta a porta a tutta la città (attualmente è coperto circa il 50% della popolazione). I maggiori costi derivanti da mano d’opera e mezzi impiegati potrebbero essere compensati dai maggiori ricavi dovuti alla vendita dei materiali differenziati da riciclare. Ma non è così semplice. “Il problema – afferma il presidente di Aem Gestioni, Federico Zamboni  – è che non ci si può aspettare un aumento considerevole dei ricavi su questo fronte, perchè il mercato è di fatto regolato da consorzi nazionali per il ritiro delle varie tipologie di rifiuti, che fissano il prezzo”. Per il mercato della carta, ad esempio, tra 2007 e 2012 il contributo riconosciuto ai gestori dal consorzio del Conai è aumentato del 3%, ma i costi di raccolta sono aumentati del 39% (fonte Aem). C’è insomma, secondo l’azienda – ma molte associazioni sostengono il contrario – un sistema che rende svantaggiosa la differenziata spinta oltre un certo limite. “Si dipinge spesso Cremona come città arretrata per quanto riguarda la differenziazione – aggiunge Zamboni – ma in realtà l’Unione Europea fissa il raggiungimento del 50% di differenziata entro il 2020 e noi ci siamo quasi già adesso. Quanto alle tariffe, segnalo che non noi, ma l’associazione Cittadinanzattiva ha collocato Cremona  tra le dieci città meno care per i costi del servizio  rifiuti, addirittura quart’ultima in graduatoria”. La simulazione ipotizza il costo della bolletta rifiuti che deve sopportare una famiglia tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200 euro e una casa di 100 metri quadri. La città più costosa è risultata Napoli con 529 euro; Cremona è quart’ultima con 160, mentre la più economica di tutte è Isernia con 122 euro. Il rapporto di Cittadinanzattiva segnala però anche che “l’Italia sconta un ritardo ormai grave e conclamato rispetto al resto d’Europa. Da noi, solo il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 40% e la metà dei rifiuti prodotti finisce  in discarica mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica il 38%”.

Alle aziende che si occupano di rifiuti, la differenziata piace poco. Lo si legge in un comunicato diffuso da Federambiente, associazione che raggruppa le utilities pubbliche del settore, fatto proprio da Aem: “Tra 2007 e 2012 il prezzo da pagare per raccogliere una tonnellata di rifiuti è cresciuto da 134 a 198 euro, con un balzo del 48%. Una quota è legata all’inflazione, per esempio sui carburanti,  parco mezzi e dinamiche contrattuali. Ma almeno la metà dell’importo complessivo è dovuto all’espansione della differenizata e in particolare allo sviluppo del porta a porta che com’è ovvio impegna una quantità più importante di personale. (..). Un esempio fornito da Federambiente: una tonnellata di rifiuti indifferenziati costa 89 euro; la stessa quantità di rifiuto indifferenizato 183 euro.

La riunione di maggioranza di mercoledì per ora ha preso atto degli scenari prospettati dal gestore; qualcuno ha obiettato che non tutti i costi sono ottimizzati e che l’azienda potrebbe fare di meglio. Tra questi, Fancesco Bordi, assessore all’Ambiente, secondo il quale molte cose potrebbero essere riviste nei numeri prospettati dall’azienda. La settimana prossima la questione dovrebbe tornare in Giunta.

g.b.

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