Giorno del Ricordo Presidio blindato di CasaPound, no scontri
Foto di repertorio
Si è svolto senza incidenti il presidio organizzato questa sera in piazza Fiume da CasaPound Italia in occasione del “Giorno del Ricordo”. Imponente il servizio d’ordine organizzato dalla Questura con strade chiuse e presenza massiccia di forze dell’ordine per evitare contatti con gruppi di antagonisti. All’indirizzo dei militanti di Casa Pound che hanno partecipato alla fiaccolata, insulti e contestazioni da parte di un gruppo di esponenti di sinistra, ma i due schieramenti non sono mai venuti a contatto. “Con questa iniziativa”, ha spiegato Gianluca Galli, responsabile di CasaPound Italia Cremona – “intendiamo omaggiare la memoria delle vittime delle foibe e ricordare l’esodo di migliaia di italiani costretti a fuggire dalle proprie terre, sotto la minaccia dello sterminio e nel quadro di un progetto che mirava a ottenere l’annessione, poi ufficialmente sancita dall’iniquo trattato di pace del 10 febbraio 1947, delle terre italiane della Venezia Giulia e della Dalmazia alla Jugoslavia”. “Questa tragedia – ha proseguito Galli – “per decenni è stata coperta da una coltre di silenzio a opera dei governi italiani, intenzionati a non aprire contenziosi con il vicino balcanico, e da parte degli intellettuali e dei politici di sinistra, evidentemente preoccupati dell’immagine che la lotta antifascista avrebbe potuto assumere, in ragione della contiguità di alcune formazioni partigiane con le milizie jugoslave che si resero responsabili dei massacri”. “Ancora oggi, a dieci anni dall’istituzione della ricorrenza”, ha concluso Galli, “troppo spesso il Giorno del ricordo viene ignorato o vissuto con freddezza, mentre continuano i vergognosi tentativi di negazione o distorsione degli avvenimenti da parte di certa storiografia politicizzata”.
Alla commemorazione del 10 febbraio ha partecipato anche il gruppo di Sel. “Sinistra Ecologia Libertà”, scrive l’esponente Lapo Pasquetti, “partecipa alla commemorazione per ricordare le vittime delle foibe, perché la memoria di simili tragiche vicende costituisce l’unico antidoto al veleno instillato dall’odio xenofobo, dalle persecuzioni e dalla follia di ogni guerra. La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata come testimonianza della assurdità della spirale di violenza generata dal secondo conflitto mondiale e dal nazifascismo. Il Giorno del Ricordo non ha e non può avere connotazioni politiche e come tale deve rimanere patrimonio culturale comune a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche democratiche che riconoscono il valore e la dignità della vita umana come principio supremo inviolabile”.
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