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Rifiuti, il 13 febbraio la commissione, sarà battaglia su date

Si riunisce giovedi 13 febbraio la commissione ambiente comunale per approvare la delibera sul Piano rifiuti che andrà in consiglio, e ci sarà battaglia sulla mancanza di una tempistica certa per la chiusura dell’inceneritore. Il Pd già annuncia (attraverso la consigliera Alessia Manfredini) emendamenti al testo proposto, diverso da quello concordato dal Tavolo di lavoro voluto dall’assessore Bordi. In esso si fa riferimento soprattutto alla situazione regionale, indicando nella evoluzione normativa degli ultimi sei mesi (del 2013) le ragioni della scelta cremonese. Le indicazioni seguite sono quelle della “Risoluzione inerente al programma regionale di gestione dei rifiuti (PRGR)” approvate dal consiglio regionale il 3 dicembre scorso,  “in cui è constatato  – si legge nel documento che andrà in commissione giovedì – che dal PRGR (piano regionale rifiuti)  risulta che la capacità totale di incenerimento degli impianti presenti in Lombardia risulta pari a 2.521.600 tonnellate annue, con riferimento al 2011; emerge, inoltre, che il quantitativo di rifiuto urbano residuo prodotto in Lombardia nel 2010 era pari a 2.133.885 tonnellate annue, mentre la previsione al 2020 risulta pari a 1.112.361 tonnellate annue, con una diminuzione netta pari a ben 1.021.524 tonnellate annue.La stima di sovracapacità impiantistica al 2020 risulta quindi pari a ben 1.298.003 tonnellate annue; si impegna la Giunta regionale a definire, per quanto riguarda gli impianti di incenerimento, scenari e criteri di decommissioning, cioè di disattivazione progressiva degli impianti o delle singole linee di combustione, coerenti con la  progressiva diminuzione di produzione del rifiuto urbano residuo regionale. I criteri saranno definiti in modo da favorire la disattivazione degli impianti meno efficienti sotto il profilo ambientale, in coerenza con le direttive europee in materia di rifiuti, risparmio energetico e protezione dell’ambiente, garantendo in ogni caso l’applicazione dei piani manutentivi già programmati (…).”

Contro l’indicazione di una data certa per lo spegnimento dell’impianto di san Rocco si è chiaramente espresso sia il sindaco Oreste Perri sia la sua maggioranza di centrodestra, facendo presente la necessità di fare i conti con le ripercussioni economiche sulle casse del gestore, Aem Gestioni / Lgh e quindi del comune azionista. E d’altra parte lo stesso candidato del Pd alle prossime primarie per il sindaco Gianluca Galimberti, pur mettendo in primo piano la strategia delle “quattro R: ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare”, nel proprio programma elettorale non cita alcuna data di spegnimento inceneritore come invece richiesto dalle associazioni ambientaliste e dal versante maggiormente ambientalista dello stesso Pd, rappresentato dalla Manfredini. Lo stesso segretario provinciale Pd Matteo Piloni aveva parlato chiaramente di  necessità di porre un termine fisso alla chiusura dell’inceneritore: tre anni al massimo, quindi il 2017. Queste invece le indicazioni contenute nel programma del candidato sindaco di “Fare Nuova la città”, Gianluca Galimberti: “Una premessa è indispensabile. Su questi temi vogliamo ragionare con un metodo: esplicitare il criterio di fondo che guida le scelte (e corrisponde ad un’idea di comunità) e mantenere una razionale “concretezza” nell’analisi di dati e di possibili scenari. Il criterio di fondo è il seguente. Dietro alla questione dei rifiuti sta un modello di società e questo è il tempo di rivedere paradigmi di consumo eccessivo e di spreco ingiusto, cui siamo da tempo abituati. Sappiamo che la scelta chiave, come riconosciuto da tempo a livello europeo e regionale, è quella del ridurre i rifiuti alla fonte. E sappiamo che incenerire significa costruire un sistema bloccato, che difficilmente lascia spazio ad una progressiva azione verso la riduzione dei rifiuti. Per questo la nostra direzione di marcia è quella della chiusura dell’inceneritore a vantaggio di strategie di riduzione, di riciclo e di riuso.

Ci proponiamo di analizzare con cura dati e piani economici, in considerazione delle direttive europee, nazionali e regionali sulla riduzione dei rifiuti e sulla costruzione di un piano rifiuti con dimensione sovraregionale. Occorre puntare su una raccolta differenziata sempre più ampia e verificare il piano industriale relativo con una logica sovra-territoriale (…)”.

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