Tamoil, il gup ha deciso: Sentirà i funzionari Arpa Bordi e Beati
Processo Tamoil: oggi il gup Guido Salvini, dopo l’udienza di ieri, ha sciolto la riserva sulle richieste formulate dalla difesa, ed ha acconsentito a sentire i due funzionari dell’Arpa Giampaolo Beati e Francesco Bordi. Per il giudice, “l’audizione è utile ad approfindire i rapporti e gli scambi di informazioni sviluppatisi nel tempo tra la dirigenza Tamoil, l’Arpa ed altri Enti”. Salvini ha invece respinto la richiesta di sentire la testimonianza di Saverio Di Giuseppe, dipendente di Tamoil indicato dalla difesa, in quanto “non necessaria, tenuto conto delle mansioni da questi concretamente svolte e di quanto già sottoposto ad approfondimento in merito alle modalità degli interventi sulla rete fognaria”. Saranno invece sentiti i tecnici delle due ditte esterne che si erano occupati dei lavori, la Idroambiente e la Socini. Per loro la data fissata è lunedì 27 gennaio, mentre Beati e Bordi si presenteranno in tribunale il 28 febbraio.
Ieri, nel processo “madre” sull’inquinamento del suolo e della falda acquifera, provocato, per il pm Fabio Saponara, dalla raffineria cremonese, sono state sentite le testimonianze dei due manager Piergiuseppe Savaresi e Lucio Ambrosio. Quest’ultimo, ingegnere assunto in raffineria nel 1990 con l’incarico di responsabile della sicurezza e dell’ambiente, ha ribadito il fatto che la dirigenza Tamoil curasse molto l’aspetto della sicurezza, mentre per quello dell’ambiente non c’era “la medesima determinazione, ad eccezione del periodo in cui c’è stato come direttore di stabilimento l’ingegner Vinciguerra, poi deceduto”. Già dal 2001, “in alcune riunioni informali si parlava dell’inquinamento causato dallo stabilimento e tra le potenziali cause si annoverava anche la rete fognaria e il suo stato di conservazione. Dopo il 2001, però, si parlava soltanto senza adottare provvedimenti concreti di interventi per verificare tale stato di conservazione. Solo nel 2004, con l’avvento dell’ingegner Vinciguerra, finalmente, ci sono stati i primi interventi sulla rete fognaria”. Per il dirigente, la causa dell’inquinamento era dovuta “alla vetustà di alcuni tratti della rete fognaria“. Ha così ricordato che “furono eseguite delle video ispezioni dei tratti più vecchi. I test rilevarono “diverse criticità strutturali” già ricordate nella scorsa udienza da Luigi Tomaselli, dipendente della Idroambiente, la ditta esterna che all’inizio si aggiudicò l’appalto, ma il primo risanamento venne effettuato dalla ditta Soncini che eseguì i lavori solo sul 15 per cento della rete stessa. Il teste aveva già precisato al Nas di non aver visionato le offerte di risanamento, “tuttavia presumo che alla fine il tutto era da ricondurre ad un discorso economico di risparmio per eseguire tali lavori”. Sulla stessa lunghezza d’onda dell’ingegner Ambrosio, anche il collega Piergiuseppe Savaresi, ingegnere assunto nel 1980 e divenuto, nell’ambito della sua carriera in Tamoil, responsabile dell’ufficio di manutenzione della raffineria. “Dal 2004 in poi, con l’arrivo dell’ ingegner Vinciguerra, da parte della direzione ho notato una certa attenzione ai temi dell’ambiente e della sicurezza. Dopo Vinciguerra c’è stato un nuovo rallentamento e un certo disinteresse verso la tematica ambientale da parte della direzione, che invece, a decorrere dal 2007, è stata sollecitata a seguito degli eventi giudiziari e dell’attenzione mediatica”. Il teste ha poi riferito agli inquirenti di aver “sentito personalmente nei meeting mattutini che Ambrosio rappresentava i problemi sulla criticità della rete fognaria a Vinciguerra, e dopo di lui ai dirigenti Colombo, Gilberti e Abulaiha”. Il manager ha affermato di non ricordare di aver sentito l’ingegner Ambrosio parlare con Gilberti prima che si svolgessero i meeting, ma di certo “lo stesso Ambrosio mi ha più volte riferito di aver parlato e discusso con la direzione in merito alla necessità di tali interventi, ma di non essere riuscito a sensibilizzare la direzione su queste problematiche ambientali e di sicurezza e ad ottenere eventuali interventi risolutivi in tal senso”.
Sara Pizzorni
redazione@cremonaoggi.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA