Cronaca

Crisi del commercio In via Solferino sta chiudendo Living

Il negozio Living di via Solferino chiuderà definitivamente i battenti tra circa 3 mesi, dopo oltre quarant’anni di attività nel cuore di Cremona. La decisione è stata sofferta e le ragioni del cuore hanno combattuto con quelle della ragione, ma alla fine è stata presa. Alla base c’è una riduzione dei margini di guadagno divenuta via via sempre più difficile da sostenere. “La gente non fa quasi più liste nozze”, spiega il figlio del titolare. Il negozio è per moltissimi cremonesi un punto di riferimento nella scelta dei casalinghi e dell’oggettistica per la casa, con marchi importanti e al passo coi tempi, ma sempre meno abbordabili vista la situazione economica generale. Era stato aperto in via Solferino negli anni Ottanta, ma la fondazione risale al 1972 in un’altra sede, in galleria del Corso.  Oltre al commercio cremonese si impoverisce anche via Solferino che insieme a via Mercatello costituisce un reticolo di negozi prestigiosi. Oltre a Living, anche il negozio di fronte di abbigliamento ha già chiuso i battenti.

La vendita promozionale di porcellane, casalinghi,vasellame, argenteria, proseguirà per circa 12 settimane con orario normale, (probabile l’apertura nelle prime domeniche). E non sono previsti subentri. Commenta con amarezza, sulla pagina Facebook delle “Botteghe del Centro”, questa ennesima saracinesca abbassata in centro città Paolo Marcenaro, ex presidente dell’associazione, a sua volta commerciante in corso Mazzini: “Ormai questa città e’ in caduta libera, da domani in via Solferino un altro negozio storico chiudera’, non so proprio chi potrà cambiare qualcosa. Dico queste cose perché tanti nostri colleghi sono nelle stesse condizioni”. Sulla stessa pagina Facebook, a proposito della crisi di galleria XXV aprile, l’attuale presidente delle Botteghe Paolo Mantovani commenta che quando si parla di crisi dei negozi, “vengono intervistati i colleghi, si cerca di capire qual’è l’origine dei problemi, che variano a seconda della zona (ZTL, pedonalizzazione, affitti, tutti questi assieme…) poi, al massimo, si chiedono interventi correttivi sul problema che affligge quella zona. (…) E’  ormai chiaro a tutti che è il sistema città in sofferenza. Così com’è non funziona più. Viabilità difficoltosa, parcheggi sempre più costosi, negozi chiusi, sono tutti tasselli di un puzzle che serve ad allontanare le persone, ed è inutile e miope cercare di agire solo su una cosa. Abbiamo visto (e vediamo) che effetti hanno avuto alcuni interventi (pavimentazione, pedonalizzazione, arredo urbano). Per la galleria si era parlato (favoleggiato?) di “chiuderla” come la galleria Sordi a Roma… Avevamo proposto un più concreto e attuabile ritorno alle origini, con il ripristino dell’illuminazione originale, lampadari di Murano compresi, e la pulizia dei marmi, ma nulla è stato fatto. L’abbiamo detto e ripetuto fino alla noia, quando ancora la crisi era solo agli inizi. Serve un progetto sulla città. Che indichi le linee guida degli interventi che si vogliono fare. Che faccia capire a tutti gli attori la direzione che si intende seguire. Per poi rispettarla, senza ragionare con la pancia, come spesso si è fatto”.

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