Cronaca

Cinque anni al freddo, usa stufa a pellet L'Aler: 'la tolga o se ne vada'

Gli avvocati Curatti e Recupero

Da cinque anni al freddo senza riscaldamento. Allora decide di far installare una stufa a pellet ma l’Aler le intima di toglierla. Altrimenti finisce in mezzo alla strada.
E’ l’incredibile storia accaduta ad una 39enne, operatrice socio sanitaria alla clinica Figlie di San Camillo, andata a vivere nel 2009 insieme ai due figli minori in un appartamento di via Sardagna, zona Borgo Loreto. Già nel 2009, al suo ingresso nell’appartamento, il teleriscaldamento non funzionava, ma arrivavano comunque due bollette bimestrali da 800 euro che la donna, come ha tenuto a precisare il suo legale, l’avvocato Alessia Recupero, ha sempre regolarmente pagato.
Ma ecco tutti i passaggi della vicenda:
La 39enne decidere di chiede l’intervento dell’Aler, e dopo vari solleciti, nell’aprile del 2010 nella sua abitazione si presenza un geometra che controlla l’impianto e dice che la responsabilità è dell’azienda di Roma che ha installato il teleriscaldamento. Un anno dopo, nel 2011, la ditta romana svolge nella casa dei lavori interni alle tubature, ma il riscaldamento continua a non funzionare, fino a quando la signora richiama l’Aler che rimanda il geometra. Il tecnico esegue un test e alla fine sostiene che al contrario l’impianto funziona perfettamente. Nel frattempo, però – siamo nel 2012 – l’Aem fa piombare l’impianto.- L’anno dopo la 39enne decide di usare per il riscaldamento una stufetta a pellet, “assolutamente a norma”, come ha sottolineato l’avvocato Recupero. Il 3 dicembre del 2013 l’Aler invia una lettera alla signora, intimandole di non usare più la stufetta in quanto non autorizzata, e a questo punto la 39enne, disperata, chiede l’intervento di Assoutenti.
L’associazione presieduta dall’avvocato Luca Curatti manda all’Aler una raccomandata chiedendo spiegazioni. “Nessuna risposta”, ha spiegato l’avvocato Recupero, vicepresidente di Assoutenti Cremona. “L’Aler ha invece inviato una lettera alla signora chiedendole ancora di disfarsi della stufa, e intimandole che se non l’avesse fatto, entro cinque giorni sarebbe stata costretta a lasciare la sua abitazione”. “Stiamo lavorando sul caso”, ha detto il legale, “ora agiremo nelle sedi opportune per tutelare i diritti della nostra assistita”.

Sara Pizzorni

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