Bonali: "Cultura, grande dimenticata del governo Perri"
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Il vicepresidente della commissione cultura Daniele Bonali contro l’assenza di interventi in campo culturale del Comune. Un intervento che parte dalle “dimissioni irrevocabili di Adriana Conti, presidente (ex) dell’istituto pareggiato” e arriva ai musei del Sistema Museale. “Il Comune – afferma Bonali – non ha (mai) mantenuto le promesse e lei, donna di grande spessore e dignità, ha detto basta. Non farà più la richiedente presso istituzioni sorde e, soprattutto, disinteressate. Pessimo il commento del sindaco: “Non è andandosene che si risolvono i problemi”. Vero, i problemi si affrontano. Ma ormai il pareggiato, la sua (ex) presidente, il direttore, i docenti, gli studenti, tutti insomma, cos’altro possono fare, a parte lavorare ogni giorno senza una meta, senza un interlocutore? Certo le responsabilità hanno radici antiche, ma ugualmente drammatiche suonano le parole del direttore Loris Pezzani: “non c’è stata alcuna reazione, nemmeno un cenno”. Ormai a Cremona di cultura non si discute nemmeno più, a dimostrazione che il far nulla è anche peggio del far male. Non si parla più del Ponchielli, il cui futuro è molto incerto; non si parla più del museo archeologico, gioiellino tanto bello quanto inutilizzato e vuoto; non si parla più della pinacoteca e dei tentativi, improvvisati, di rivitalizzarli e di portarvi un pubblico purchessia. Non si parla nemmeno più (e qui sarà il caso di aggiungere “per fortuna”) del ‘cavallo di battaglia’ dell’ex vice sindaco Malvezzi: il grande ristorante nell’antico museo Stradivariano, poi laboratorio didattico (a proposito: che fine ha fatto la didattica?).
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“Del museo – incalza Bonali – si parla solo per deplorarne la chiusura proprio nel giorno dell’Epifania! Con l’assessore e i dirigenti ad affannarsi per dare logiche spiegazioni ad un fatto che è gravissimo in sé, e meglio sarebbe stato evitarle, le spiegazioni, e limitarsi ad un semplice quanto ovvio “abbiamo sbagliato, scusate”.
“Da quasi cinque anni lo ripetiamo inutilmente: a questa amministrazione la cultura non interessa nulla. La cultura è un costo, una spesa, uno spreco di risorse. Il turismo – che alla cultura è strettamente connesso – è tutt’altro che una priorità. Non ci sono soldi, si ripete da ogni parte. Non è vero, i soldi ci sono: semplicemente vengono spesi altrove. L’investimento in cultura è uno slogan vuoto che nei prossimi mesi di campagna elettorale ci verrà propinato in ogni salsa possibile. Ma sono i fatti che hanno un valore, e questi sono fatti. Gli ultimi, ad oggi, di una lunga serie cominciata quattro anni e mezzo fa, che non ci siamo mai stancati di denunciare, deplorare, richiamare. “Vox clamantis in deserto”, verrebbe da dire: dove il deserto è la cultura cremonese”.
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