Cronaca

Ora anche a Cremona spunta il fenomeno dei baby-questuanti

Mentre in provincia e nel capoluogo, come altrove, si assiste a una generale crescita del fenomeno dell’accattonaggio, nell’ultimo periodo sono stati notati in alcuni punti della città anche diversi baby-questuanti. Si tratta di presenze alle quali Cremona non può certo dirsi abituata dal momento che assai di rado (praticamente mai) negli anni scorsi, dalle nostre parti, era possibile assistere a richieste di elemosina, per strada, da parte di minorenni soli, che vista la tenera età avrebbero il diritto di pensare solo a giocare, a studiare, insomma di fare tutt’altro.

Diverse le segnalazioni raccolte da Cremona Oggi negli ultimi giorni. Si parla di giovanissimi, all’apparenza tra i 12 e i 14 anni, di origine straniera e, sempre all’apparenza, non accompagnati da adulti, almeno nella fase di avvicinamento dei passanti. Cittadini si sono trovati davanti a qualche ragazzino con la mano tesa soprattutto in luoghi pubblici piuttosto frequentati: parcheggi in particolare, dove è più facile per i piccoli questuanti trovare un posto nascosto, tra le auto, in caso di controlli; controlli che pure non sono mancati a seguito di qualche chiamata alle forze dell’ordine nel periodo natalizio, ma che non hanno riscontrato nulla, forse perché i piccoli questuanti avevano già trovato un luogo dove nascondersi o si erano allontanati.

L’ultima segnalazione è solamente di qualche giorno fa: lunedì scorso almeno un ragazzino è stato notato nello spiazzo per le auto davanti all’agglomerato commerciale I Navigli, che si affaccia sulla tangenziale nella zona di via Bergamo. La prima invece risale ad alcune settimane fa, a quando il tempo non era ancora caratterizzato dal freddo e il centro di Cremona era molto più frequentato durante la settimana nelle ore pomeridiane: c’è chi racconta di aver visto due giovanissimi – maschio e femmina, apparentemente stranieri – domandare qualche spicciolo ai passanti. E’ importante, in questi casi, non rimanere con le mani in mano ma procedere a richieste di intervento, magari dei vigili, per tutelare gli stessi ragazzini.

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