Sel: 'Risorse ai servizi sociali, vogliamo città diversa'
Sopra, alcuni cittadini davanti all’abitazione popolare dell’uomo (foto Francesco Sessa)
Sulla questione della morte di Cesare Zovadelli, trovato senza vita in una casa popolare con riscaldamento staccato per il mancato pagamento delle utenze, interviene anche Sel. La nota è firmata dal coordinatore provinciale Gabriele Piazzoni. Il freddo non viene direttamente collegato alla morte (sopraggiunta per altre cause, come sottolineato da una familiare di Zovadelli: leggi l’articolo) ma vengono comunque criticate le modalità di “gestione pubblica” della situazione, che ha “costretto una persona a trovare la fine della propria vita in queste condizioni, condizioni che non possono che far riflettere sul grado di civiltà della Città di Cremona”.
“Il grado di civiltà di una Città si può indubbiamente misurare su casi come quello del signor Cesare Zovadelli – scrive Piazzoni – trovato morto sotto 6 coperte, seguito dai servizi sociali pubblici, in un appartamento pubblico a cui una azienda pubblica aveva staccato il riscaldamento per morosità. A prescindere dalle ragioni che hanno condotto il signor Zovadelli a non essere in grado di mantenere se stesso, è inaccettabile che il settore che afferisce a quella che è la sfera di azione del governo della cosa pubblica, o per lentezze burocratiche o per automatismi molto sciocchi in pieno inverno, abbia costretto una persona a trovare la fine della propria vita in queste condizioni, condizioni che non possono che far riflettere sul grado di civiltà della Città di Cremona”.
“Sappiamo – continua – che la crisi economica sta moltiplicando il numero di persone che si trovano in estrema difficoltà e che non riescono a far fronte ai bisogni primari, ma dobbiamo avere la capacità e soprattutto la volontà politica di farvi fronte in ogni modo. L’Amministrazione comunale non può accettare che tutto ciò avvenga come se si trattasse di una calamità naturale. Occorre costringere Aem a rivedere la propria modalità di intervento nei riguardi delle morosità, ed è necessario salvaguardare le risorse economiche destinate ai servizi sociali, a costo di sottrarle a qualche altra voce di bilancio, ma per tutto ciò occorre avere la volontà politica di farlo”. “Noi l’abbiamo – conclude Piazzoni – e vogliamo una Cremona che non si debba vergognare di quello che accade ai suoi cittadini più in difficoltà e che sappia fare rete con tutte le proprie risorse umane e materiali, pubbliche o del terzo settore per evitare simili situazioni. L’urgenza di rivedere il sistema di gestione del disagio economico e sociale dell’Amministrazione comunale di Cremona è oggi più che mai evidente e riteniamo sia nostro compito mettere in campo un modello di città diverso da quello che ha portato il signor Zovadelli in quelle condizioni”.
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