Cronaca

Morto in una casa popolare con riscaldamento staccato, proteste a Borgo Loreto L'assessore Amore: 'Ma non era stato abbandonato'

Sopra, i cartelli appesi vicino all’abitazione dell’uomo (foto Francesco Sessa)

Un uomo trovato morto sotto sei coperte in una casa popolare con l’utenza del riscaldamento staccata. E’ accaduto in via Cattaneo, al quartiere Borgo Loreto. La vittima è Cesare Zovadelli, classe 1957, molto conosciuto in zona. I cittadini della zona lo descrivono come una persona che nonostante le grosse difficoltà economiche cercava di vivere in maniera dignitosa. Era praticamente solo (qualcuno ricorda l’esistenza di un’unica lontana parente), faceva piccoli lavori temporanei e mangiava alla Caritas o con quanto fornito dai frati, racconta chi lo conosceva. Per l’acqua sembra si arrangiasse con alcune taniche a causa delle utenze di casa staccate.

Venerdì qualche vicino non vedendolo per diverse ore si è preoccupato (Cesare un paio di giorni prima aveva detto di stare poco bene). Sono stati chiamati all’intervento i vigili del fuoco e dentro la casa di via Cattaneo è stato trovato il cadavere dell’uomo (sul posto anche carabinieri e polizia locale). La notizia ha cominciato a circolare subito (leggi l’articolo) ma si è diffusa con ulteriori dettagli soprattutto nella giornata di sabato in larga parte della città. Non sono ancora chiare le cause del decesso. Tristezza e rabbia, in queste ore, in molti abitanti del quartiere, che si chiedono se la morte sia stata provocata da una malattia, da un infarto, se sia stata provocata dal freddo o se il freddo abbia in qualche modo influito. I fatti, comunque, si presentano in tutta la loro drammaticità al di là delle cause: un individuo si è spento in una situazione assai problematica, in una condizione di disagio, in una casa senza nemmeno il riscaldamento.

I servizi sociali seguivano Cesare, sottolinea un cittadino di Borgo Loreto con fare critico. E monta nuovamente la polemica sulle utenze staccate a diverse persone in situazioni problematiche e non in grado di far fronte ai pagamenti delle bollette. Chi abita nell’area segnala (senza indicare i nomi, per mantenere la riservatezza) diversi casi di persone che vivono il problema dei distacchi delle utenze nel quartiere (ci sarebbe secondo queste segnalazioni anche una persona malata).

Questa la posizione del Comitato acqua pubblica sull’accaduto: “Il Comitato riconosce che a Cremona non c’è il diritto alla salute e questo è inaccettabile”. Cartelli di protesta contro abbandono e indifferenza sono comparsi vicino all’abitazione popolare di Cesare.

L’ASSESSORE AMORE (POLITICHE SOCIALI): “DISPIACERE, MA NON ERA STATO ABBANDONATO”

L’assessore alle Politiche sociali del Comune, Luigi Amore, si dice molto dispiaciuto per la morte di Cesare. “Ho da poco parlato con i servizi sociali proprio dell’accaduto – dice a Cremonaoggi sabato pomeriggio -, l’assistente che lo seguiva è molto scossa. Voglio sottolineare che i servizi sociali non avevano abbandonato Cesare. Lo seguivano. Era stato contattato anche un paio di giorni fa”. “Era seguito da tempo – sottolinea Amore – e da cinque anni era in una casa del Comune. Era stato anche collocato in un progetto comunale di inserimento lavorativo e proprio in questo periodo era impegnato al cimitero nell’ottica del progetto. Era inoltre seguito dalle cucine benefiche della Diocesi. L’inserimento lavorativo era proprio finalizzato a fornire all’uomo una risorsa con cui poter pagare anche le utenze e con cui portarlo all’autonomia. L’ipotesi freddo come causa del decesso? Mi sembra una forzatura. Mi auguro che non sia un discorso strumentale. Non è un Natale rigido come in altri anni. E’ vero, non aveva il riscaldamento. Da ciò che mi è stato detto comunque non c’era mai stata questa grande richiesta da parte sua. Quanto accaduto potrebbe essere legato a un infarto, non dovuto al freddo”.

“Spiace per quanto è successo – rimarca l’assessore – anche perché c’era in ballo questa opportunità del percorso lavorativo finalizzato all’autonomia. Lui era un umile che con dignità portava avanti la sua vita. Si era organizzato a modo suo. Il percorso era stato stabilito in accordo con lui. Con umiltà cercava di fare le cose a piccoli passi. Ripeto, non è stato abbandonato dai servizi sociali. Auspico sempre percorsi per evitare i distacchi ma i distacchi purtroppo ci sono; comunque, in questo senso, altri territori, anche non lontani da quello cremonese, sono in situazioni decisamente peggiori”. Qualcuno dice che Cesare aveva una malattia. “Ai servizi sociali questo non risulta. In casi simili siamo sempre pronti a intervenire. Lo abbiamo fatto anche pochi giorni fa nel caso di una persona malata di tumore”.

Passanti davanti ai cartelli (foto Sessa)
Un lungo testo appeso vicino all'abitazione di Zovadelli (foto Sessa)

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