Liuteria classica ai raggi X, si amplia laboratorio MdV
La donazione degli strumenti scientifici e la firma del comodato d’uso dei locali del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non Invasiva presso il Museo del Violino rinnova la collaborazione tra Università di Pavia e Fondazione Arvedi-Buschini. Il documento, sottoscritto nei giorni scorsi dal rettore dell’Ateneo, Fabio Rugge, e dal cavalier Giovanni Arvedi, qualifica MdV come il primo Museo in Italia dove siano attivi laboratori universitari.
“Con l’inaugurazione del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non Invasiva presso il Museo del Violino – ha sottolineato il Rettore – l’Università di Pavia consolida l’importante collaborazione con la Fondazione Arvedi-Buschini. Il laboratorio di Cremona, che affianca quello di Pavia dedicato alla diagnostica di opere d’arte in legno, è certamente tra i più attrezzati e sofisticati centri italiani di ricerca, ed è inserito in una struttura museale davvero straordinaria. Uno dei più bei musei che abbia mai visitato, non solo per il valore degli oggetti esposti, ma per la concezione museale, la bellezza dell’architettura, la cura degli allestimenti e degli arredi.”
La mission del nuovo polo di ricerca è finalizzata allo studio e alla caratterizzazione degli strumenti musicali storici attraverso l’utilizzo e l’implementazione di avanzate tecniche diagnostiche non invasive che serviranno ad ottenere informazioni sui materiali storici utilizzati da grandi maestri liutai quali Antonio Stradivari o Andrea Amati. I servizi di indagine non coinvolgeranno solo i capolavori esposti al museo ma potranno accedervi, con i propri strumenti, anche liutai e musicisti.
Le analisi realizzate nel laboratorio possono infatti offrire un contributo determinante onde valutare lo stato di conservazione dei manufatti, consentono di mappare le eventuali fasi di alterazione presenti, di caratterizzare i materiali costitutivi, quali le vernici, e di fornire tutte le informazioni necessarie per condividere le conoscenze con il mondo della liuteria in relazione alle tecniche costruttive, ai materiali identificati, allo studio delle dimensioni degli strumenti musicali.
Il Laboratorio, attraverso l’utilizzo di strumentazione di alto livello tecnologico, già dal prossimo anno sarà dunque in grado di offrire alla comunità scientifica e liutaria una serie di servizi per affiancare e valorizzare l’attività dei costruttori e restauratori attraverso rilevamenti dimensionali e fotografici ed analisi sui materiali.
“La tutela di un patrimonio – ha osservato Virginia Villa, direttore generale del Museo – inizia con la sua conoscenza. La ricerca è un momento fondamentale del percorso di valorizzazione dei beni. Per questo abbiamo scelto due partner particolarmente qualificati: l’Università di Pavia ed il Politecnico di Milano. Grazie alla collaborazione con i liutai intersecheremo competenze diverse ed affini alimentando uno scambio reciprocamente positivo”.
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