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Calcio: perizie sui pc E intanto da Cremona partono rogatorie

AGGIORNAMENTO – È stata scelta l’aula della corte d’assise per ospitare tutti i 300 convocati dell’incidente probatorio fissato per oggi davanti al gip Guido Salvini e al procuratore Roberto di Martino. Presenti gli avvocati dei 111 indagati della maxi inchiesta sul calcioscommesse e i legali delle 72 parti offese nel procedimento. Tranne Cristian Bertani, ex attaccante di Novara e Sampdoria, nessun indagato eccellente si e fatto vedere oggi in aula nell’udienza fissata esclusivamente per conferire l’incarico ai periti informatici del gip. Sono Cesare Marini, Fulvio Guatta, Daniele Apostoli, tutti di Brescia, e Andrea Giuseppe Valeri, di Milano. I periti, che si sono presi 120 giorni di tempo, dovranno analizzare 200 computer, smartphone e tablet di tutti gli indagati. Tra i nomi eccellenti ricordiamo Antonio Conte (ex allenatore di Bari e Siena, attualmente allenatore della Juventus), Giuseppe Signori (ex attaccante della Lazio), Stefano Bettarini (ex calciatore della Fiorentina), Cristiano Doni (ex capitano dell’Atalanta), Sergio Pellissier (attaccante del Chievo), Stefano Mauri (ex capitano della Lazio), Omar Milanetto (ex calciatore del Genoa), Andrea Masiello (ex giocatore del Bari), Giuseppe Sculli (ex attaccante del Genoa), Domenico Criscito (calciatore attualmente allo Zenit di San Pietroburgo e azzurro della nazionale italiana), Cristian Vieri (Bobo, ex calciatore di Inter, Lazio e Juve) e Massimo Mezzaroma (ex presidente del Siena). 72, invece, le parti lese citate nel procedimento, tra cui figurano la Lega Professionisti di serie A e serie B, La Lega Pro, la Cremonese, l’Inter, il Coni, la Figc, Sky sport, la Juventus, il Bologna, la Lazio, il Napoli, la Fiorentina, il Torino.

Per il procuratore, i computer, gli smartphone e i tablet “potrebbero contenere elementi di grande rilievo per le indagini, in particolare documentanti rapporti tra gli indagati diretti a concludere accordi per la manipolazione delle partite di calcio o finalizzati a movimentare le somme destinate alla corruzione o costituenti il risultato della vincita delle scommesse”. Sotto la lente degli esperti ci sono anche le chat e i software di instant messaging. In merito, nell’ordinanza di ammissione dell’incidente probatorio, il gip scrive che “dagli atti e’ emerso che le conversazioni mediante tali canali hanno avuto una parte significativa nei rapporti tra gli indagati proprio per la definizione degli accordi”. Ci si riferisce ai rapporti di Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, con Corvia e Quadrini, oppure le chat “di cui ha riferito Gervasoni”. Compito dei tecnici, che saranno affiancati dai consulenti di parte, cercare nominativi di indagati, società di calcio di Serie A, Serie B, Lega Pro prima e seconda divisione; nominativi di dirigenti di società, siti nazionali ed esteri aventi per oggetto il gioco on-line e le scommesse sportive, soprattutto quelle riferite al calcio, file contenenti rubriche telefoniche o che facciano riferimento a movimentazioni di denaro o bancarie, a rapporti di credito e di debito, file che facciano riferimento a spostamenti in Italia o all’estero, che documentino viaggi e pernottamenti presso alberghi. A disposizione dei periti ci sono 19 parole chiave per la ricerca.

Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva. I periti cominceranno il lavoro il 20 dicembre e avranno 120 giorni di tempo per completare gli esami sui 200 dispositivi. I risultati verranno resi noti nell’udienza già fissata per il 22 maggio 2014.

Sul fronte interrogatori, per venerdì 13 dicembre il procuratore ha convocato l’ex calciatore Gigi Sartor,  e Francesco Giannone, l’ex commercialista di Beppe Signori.

Sul fronte indagini, infine, in attesa di importanti sviluppi, gli inquirenti cremonesi continuano a muoversi con due rogatorie, una già presentata al ministero della Giustizia italiano perché l’avvii a Singapore; l’altra in via di trasmissione alla Svizzera la cui autorità giudiziaria ha respinto, non ritenendo sussistente “l’organizzazione criminale”, una precedente rogatoria della procura di Cremona destinata anche ad avere chiarimenti sul denaro trovato su un conto elvetico riconducibile al laziale Stefano Mauri. Sul fronte singaporiano (una copia della rogatoria sarebbe stata consegnata oggi in un incontro a Lione dell’Interpol ad agenti di polizia asiatici) la richiesta di collaborazione, trasmessa al ministero perchè tra Italia e Singapore non esiste un trattato di reciprocità, ha il fine di ottenere i verbali di interrogatorio e tutta la documentazione riguardante l’arresto nel paese asiatico di Tan Seet Eng, detto ‘Dan’ ritenuto “capo ed organizzatore” dell’associazione a delinquere che truccava gli incontri.
Per la parte svizzera, invece, il procuratore Roberto di Martino, dopo un primo diniego dell’autorità giudiziaria elvetica, ritiene che negli atti dell’inchiesta vi siano gli elementi per sostenere l’esistenza dell’”organizzazione criminale” che, a differenza della nostra associazione a delinquere deve avere, per gli svizzeri, le caratteristiche di pericolosità con il ricorso a metodi violenti. Nelle intercettazioni dell’inchiesta cremonese si fa spesso riferimento ai singaporiani come “trafficanti di armi” e diversi indagati avevano riferito di pesanti minacce.

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