Cronaca

Il vescovo incontra politici e amministratori 'La fede aiuta a costruire città affidabile'

“La fede aiuta a costruire una città affidabile”. E’ quanto rimarcato dal vescovo Dante Lafranconi durante l’incontro con i rappresentanti del mondo politico, amministrativo, economico e sociale di domenica mattina al Centro pastorale diocesano. Il vescovo, come riporta il sito della Diocesi, si è soffermato in modo particolare sul capitolo IV della Lumen Fidei. In questa parte dell’enciclica papa Francesco si sofferma sul contributo che la fede cristiana può offrire per la costruzione della città e l’edificazione del bene comune. Mons. Lafranconi ha imperniato tutta la sua relazione su un concetto chiave del documento pontificio: “Il Dio affidabile dona agli uomini una città affidabile”.

“La fede – ha approfondito il vescovo citando la “Lume fidei” – è in grado di valorizzare la ricchezza delle relazioni umane, la loro capacità di mantenersi, di essere affidabili, di arricchire la vita comune… La fede fa comprendere l’architettura dei rapporti umani, perché ne coglie il fondamento ultimo e il destino definitivo in Dio”.

Sulla famiglia Lafranconi si è soffermato sull’aumento di convivenze, separazioni e divorzi: “Alla base di questi fenomeni c’è un venir meno dell’affidabilità reciproca”. Ha inoltre sottolineato che l’unione matrimoniale vera è tra uomo e donna. Sulla società, tra le altre cose ha evidenziato: “L’uomo spinto dall’egoismo e dalla ricerca dell’interesse privato sta devastando la natura. Le stesse calamità naturali sono aggravate da una dissennata politica edilizia. Stiamo dimenticando di essere dei custodi o non dei predatori del Creato”.

Al termine il presule ha citato la Lettera a Diogneto che invita i cristiani a non disertare il loro impegno nel mondo e una frase molto suggestiva di Padre Puglisi: “Non mi spaventano le voci dei violenti, ma il silenzio degli onesti”.

Di seguito l’andamento del dibattito, riportato sul sito della Diocesi.

Serrato e vivace il dibattito che è nato dopo la relazione del vescovo Lafranconi. Franco Verdi, presidente del PD locale, ha sottolineato l’importanza della città, reale indicatore della ripresa perchè luogo di vicinanza e prossimità. Citando Santa Caterina da Siena l’ex preside dell’Einaudi ha ricordato che i governanti hanno ricevuto le città in prestito e che quindi devono amministrarle non come una cosa propria, ma nell’ottica del servizio, sul modello di La Pira, il sindaco santo di Firenze.

L’imprenditore Gianni Mainardi, già presidente dell’UCID cremonese, ha focalizzato il suo intervento sull’oscuramento del concetto di Dio nella vita dell’uomo e citando il card. Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha sottolineato che l’implosione odierna della società dipende dalle menzogne sull’uomo. Per Mainardi occorre lavorare sul bene comune e sulla solidarietà sociale.

Roberto Borsella, consigliere comunale PDL, ha evidenziato la necessità, anche per un politico, di avere una compagnia di persone che lo sostengano nel suo operato e nella sua testimonianza cristiana. Citando Paolo VI ha poi ricordato che la politica è la più alta forma di carità.

Andrea Virgilio, capogruppo del PD in provincia, ha sottolineato come soprattutto la solitudine sia il grande male della società di oggi. Va bene parlare di libertà e uguaglianza, che sono le basi della democrazia, ma occorre anche impegnarsi sul versante della fraternità, creando relazioni più vere e mature tra le persone.

Carlo Malvezzi, consigliere regionale PDL, ha invocato una superamento delle divisioni sociali e politiche che stanno letteralmente rovinando il tessuto sociale. Per Malvezzi è necessario soprattutto fare una battaglia culturale che aiuti a capire che non si è liberi soltanto se si afferma se stessi e il proprio interesse.

Il sindaco di Cremona, Oreste Perri, ha suggerito un grande esame di coscienza, perchè è facile accogliere i suggerimenti del Vescovo e farli diventare proclami, ma è molto più difficile metterli in pratica. Grazie anche all’apporto di riflessione della Chiesa i politici sono sempre di più invitati a ricercare il bene comune attraverso i valori della condivisione e della solidarietà, evitando scelte dettate solo dall’utilità, dalla difesa di interessi privati o dalla paura.

Infine Giuseppe Trespidi, capogruppo UDC in Provincia, ha invitato i cattolici a unirsi sui valori condivisi dialogando con chi la pensa diversamente, ma senza perdere la propria specificità e avendo il coraggio, ogni volta che si sbaglia, di chiedere perdone.

Nel suo breve intervento conclusivo mons. Lafranconi ha applaudito a questo desiderio di una rinnovata fraternità fra le persone, soprattutto in questo tempo di individualismo esasperato dove vengono messi in luce solo i diritti e mai i doveri. In secondo luogo ha auspicato una vera e propria rivoluzione cristiana che mostri un umanesimo nuovo illuminato dal Vangelo. Un umanesimo che aiuti le persone a progettare il futuro liberandosi da una delle malattie più insidiose nella società di oggi: il presentismo, ovvero la dittatura del tutto e subito.

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