Ancora a processo stalker recidivo, rinvio a maggio La ex: 'Tempi lunghi'
L’otto marzo scorso, giorno della festa della donna, Nicola Rebessi, 51 anni, di Casalbuttano, il primo stalker arrestato a Cremona da quando è in vigore la legge, era finito nuovamente in manette per stalking nei confronti dell’ex compagna. Oggi, a pochi giorni di distanza dalla giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, contro Rebessi si è aperto il terzo processo penale, subito rinviato in quanto il suo legale, l’avvocato Simona Bracchi, ha fatto rilevare la nullità del decreto di citazione a giudizio per l’omessa notifica all’imputato. Il legale, che intanto ha depositato una memoria difensiva, ha poi fatto sapere che nella prossima udienza solleverà un’eccezione di illegittimità costituzionale dell’articolo 612 bis (il reato di stalking). L’ex compagna si è invece già costituita parte civile attraverso l’avvocato Isabella Cantalupo. Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 maggio. Per la vittima, un rinvio troppo lungo. “Se le cose funzionano così”, ha detto la donna fuori udienza, “capisco perché poi ci sono 200 donne uccise in un solo anno. Lui è fuori da tre mesi. Ci dicono di denunciare, e io l’ho fatto, questa è la terza volta. Dopo anni sono ancora qui in tribunale”.
Da tempo la donna, una commerciante di Cremona, è vittima delle persecuzioni del 51enne, da quando, nel Natale del 2009, lei aveva troncato la relazione con l’imputato.
In questo ultimo processo sono contestati i fatti risalenti al 28 febbraio del 2013. La donna stava rientrando a casa quando era stata avvicinata dalla Ford Fiesta guidata da Rebessi. Il 51enne aveva abbassato il finestrino, cominciato ad insultarla. Subito dopo l’aveva afferrata per l’avambraccio trascinandola in direzione del finestrino della vettura. Lei, però, aveva reagito, e con il braccio libero aveva estratto dalla tasca del giubbino una bomboletta spray al peperoncino usandola contro l’aggressore, nel timore che Rebessi ripartisse, visto che l’auto aveva il motore acceso. Colpito dallo spray, il 51enne si era allontanato a tutta velocità e la donna aveva chiamato subito la polizia, sporgendo l’ennesima denuncia. Per Rebessi era stato necessario ricorrere alle cure mediche. Una certa quantità del contenuto dello spray era finito anche sul viso della vittima, anche lei medicata al pronto soccorso. Al momento dell’arresto, Rebessi aveva detto agli agenti che era stato lui ad essere stato aggredito.
In tutto questo tempo il 51enne, ossessionato dall’ex compagna, non ha mai smesso di mettere in atto atteggiamenti persecutori contro di lei. L’ha seguita più volte con l’auto e a piedi, ha danneggiato la sua macchina, l’ingresso della sua abitazione e la maniglia della porta d’entrata del suo negozio davanti al quale le ha fatto trovare in diverse occasioni un reggiseno, dei profilatici ed una gabbietta per uccelli.
L’11 febbraio del 2001, in primo grado, Rebessi era stato condannato ad un anno e otto mesi di reclusione. Nel corso di questo procedimento era stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa e in seguito, non avendo ottemperato a tale divieto, la misura era stata aggravata con l’applicazione degli arresti domiciliari.
Gli atti persecutori erano andati avanti anche dal febbraio all’agosto del 2011, fino ad arrivare al patteggiamento, nel luglio del 2012, ad 8 mesi in continuazione con la precedente condanna.
Nel corso del tempo il 51enne ha inviato numerosissimi sms di parolacce e di minacce, telefonato sia in negozio sia a casa, di giorno e nel cuore della notte. L’accusa gli ha contestato anche scritte offensive sul muro del negozio e volantini ingiuriosi, uova lanciate contro la vetrina, un sacchetto di vermi svuotato davanti al negozio, l’auto sverniciata, la maniglia della portiera sporca di feci, l’olio versato davanti alla casa dell’anziana madre, i pedinamenti.
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