Cronaca

Lascia il camion col motore acceso: i vicini insorgono, a processo

Lasciando il camioncino con il motore acceso parcheggiato a lato della strada, oltre ad inquinare l’aria, avrebbe contaminato con le emissioni gassose del mezzo gli ambienti dell’abitazione vicina, provocando la furia di marito e moglie, due dei residenti di un palazzina di Casalmaggiore, frazione Quattrocase. A processo con l’accusa di getto pericoloso di cose ci è andato Palmiro, 58 anni, operaio, difeso dall’avvocato Marco Micolo. I fatti risalgono al 17 dicembre 2010. L’imputato, che sotto casa ha l’officina, aveva lasciato parcheggiato in strada di fronte alla sua rimessa il suo furgone che trasportava ferro.

Il mezzo, in sosta proprio davanti all’abitazione dei coniugi, aveva il motore acceso, secondo l’accusa, per oltre 20 minuti, provocando emissioni di gas e fumi che avevano raggiunto le finestre dell’appartamento della coppia. Perché il motore era stato lasciato acceso ? Secondo l’imputato, “il tempo necessario affinchè la batteria, che era scarica, riprendesse a funzionare”. “Il furgone ha problemi di accensione, dovevo scaldare il motore prima di salirci a bordo”, aveva detto agli agenti della polizia municipale che quella mattina verso le 10,15 erano intervenuti nella frazione casalasca per la situazione di tensione che si era venuta a creare.

Una situazione che a detta dei residenti si ripeteva troppo spesso e che non era più sopportata, in particolare da Giovannina e dal marito Primo. “L’odore si sentiva”, hanno ammesso i due agenti chiamati a testimoniare a processo, “ma era tollerabile. Quando siamo arrivati abbiamo chiesto al proprietario del mezzo di spegnere il motore”. Tutt’altra la percezione di Primo, che oggi ha testimoniato davanti al giudice Cristina Pavarani e al pm onorario Barbara Tagliafierro. “Facevo fatica a stare in casa”, ha detto. “Sentivo il bisogno di uscire”. “E’ da tempo che va avanti così”, ha ribadito il teste: “un giorno ha tenuto il motore accesso per sei ore”.

Quando Giovannina era tornata a casa e aprendo le finestre “per cambiare aria” aveva sentito odore di scarico, esasperata, aveva raggiunto l’officina del vicino per dirgli tutto ciò che pensava. Erano volate parole grosse, tanto che l’imputato ha sporto denuncia nei confronti di Giovannina con le accuse di ingiurie e violazione di domicilio. Ma questa è tutta un’altra storia e riguarda un altro procedimento. Quello nei confronti di Palmiro è stato rinviato al prossimo 30 gennaio per la sentenza.

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