Ambiente

Ambientalisti a Perri "Chieda ad Aem di bloccare il nuovo inceneritore"

Rifiuti sempre più argomento caldo della campagna elettorale che sta per partire. Un lungo documento sottoscritto da 21 associazioni ambientaliste cremonesi, tra cui le Acli provinciali hanno indirizzato agli amministratori cremonesi, provinciali e regionali un lungo documento intitolato “Per una politica di tutela della salute e dell’ambiente, per un’economia sostenibile a partire dalla prevenzione e riduzione dei rifiuti per il loro riciclo totale”. E’ il terzo intervento sul tema nel giro di poche ore, dopo quello di questa mattina del Pd (superamento dell’inceneritore e ricerca di nuovi modelli, già esistenti per il riuso dei rifiuti); e dopo le puntualizzazioni dell’assessore all’ambiente Francesco Bordi su presente e futuro della raccolta differenziata a Cremona. Ora le associazioni ambientaliste, capitanate da “Salviamo il paesaggio” della capogruppo di minoranza di Vescovato Maria Grazia Bonfante, riportano l’attenzione sull’urgenza di cancellare del tutto il vecchio modello di smlatimento rifiuti tramite incenerimento, a favore di pratiche più moderne e meno impattanti sull’ambiente. Il tutto, nell’imminenza (si terrà martedi prossimo, 19 novembre) di un’audizione in Ufficio di presidenza del Comune di Franco Albertoni, presidente di Aem Spa e Franco Mazzini, amministratore delegato di Lgh, su quest’ultima azienda, di cui il Comune è azionista tramite la sua patrimoniale.

Mentre il termovalorizzatore sembra essere una pedina indispensabile per l’equilibrio economico finanziario di Aem / Lgh, le associazioni ambientaliste puntano decisamente su un diverso sistema di smaltimento rifiuti. “Noi siamo – si legge tra l’altro –  per una significativa riduzione a monte e per un modello circolare che, gestendo una vera filiera dei materiali, tenda a ricostruire le dinamiche del ciclo naturale basandosi sul recupero e riciclo totale della materia. Una raccolta differenziata di qualità, attraverso il sistema del porta a porta, rimane il momento più importante ed imprescindibile di responsabilità, di cittadini e amministrazioni; ad essa  si deve connettere un sistema di impianti di selezione meccanica, ricerca e recupero. Inoltre solo con una attenta raccolta differenziata è possibile privilegiare un recupero pulito dell’umido e favorire le filiere corte col mondo agricolo, evitando l’utilizzo di imponenti impianti di biodigestione che, oltre a mascherare i difetti di raccolta, producono biodigestato inservibile, che il Piano regionale rifiuti vorrebbe promuovere per integrare il ciclo di smaltimento dell’umido, impianti che amplificano il sovraccarico del sistema di depurazione lombardo. Un tale sistema di raccolta differenziata avrebbe una grossa efficacia e otterrebbe grande collaborazione da parte degli abitanti soprattutto se premiata dalla tariffa puntuale. Al tempo stesso costituirebbe la condizione per avviare la filiera del riciclo e della trasformazione aprendo significativi spazi occupazionali (…)”.

“L’inceneritore di Cremona – continua il documento –  dal 2006 per decisione del Consiglio Comunale di Cremona unitamente ad altri asset patrimoniali è stato ceduto a titolo oneroso e divenuto proprietà di LGH. Questa decisione ha di fatto avviato una logica di gestione industriale e finanziaria dell’impianto nel silenzio di una politica asservita e debole che preferisce delegarne il controllo e così fa mancare il suo indirizzo per perseguire l’interesse collettivo dei propri cittadini (valga l’esempio delle vicende occorse e attuali dei distacchi delle utenze e di malfunzionamento del teleriscaldamento collegato, l’aumento continuo della tariffa rifiuti a parità di servizio) (…).

Tra le richieste al sindaco Perri, quella di pretendere che la partecipata Aem rinunci al ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar di azzerare l’iter di ampliamento della discarica di Malagnino, ritenendo  superato lo smaltimento in discarica; e di “dare direttive strategiche alla sua utility AEM di opporsi presso l’assemblea dei soci LGH, la relativa holding, ad una politica di prosecuzione e di ammodernamento dell’inceneritore in quanto scelta dello smaltimento dei rifiuti ormai superata dalla necessità di difendere la salute dei cittadini, l’ambiente, la democrazia e dall’importanza che stanno assumendo per l’economia soluzioni tecnologiche alternative e nuove strategie industriali di riuso dei materiali”. L’auspicio delle associazioni firmatarie è quello di incontrare al più presto il sindaco di Cremona, “autorità sanitaria locale della terza città più inquinata d’Italia”.

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