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Stop a nuovi iper su aree agricole Pd si astiene, M5S: 'Norme più severe'

Stop a nuovi insediamenti commerciali sulle aree agricole, via libera al riuso di aree dismesse, tutela dei negozi di vicinato nei centri storici, equilibrio delle presenze di grandi e medi centri commerciali a livello sovra comunale, precedenza a grandi insediamenti che non comportino ulteriore consumo di suolo. Questi alcuni dei punti salienti delle “Nuove linee per lo sviluppo delle imprese del settore commerciale”, approvate martedì a maggioranza dal Consiglio regionale (a favore PdL, Lega Nord, Lista Maroni, Fratelli d’Italia e Pensionati; astenuti PD e Patto civico, contrario il M5S). Adesso la palla passa alla giunta regionale, che dovrà tradurre le nuove linee in una deliberazione, per poi ripassare in aula per il voto definitivo.

Il provvedimento, illustrato da Mauro Piazza (PdL) fissa quattro obiettivi: il sostegno alla ripresa economica e dei consumi; lo sviluppo equilibrato delle diverse forme commerciali, con priorità alle micro e piccole imprese attraverso la qualificazione dell’offerta e di flessibilità verso la domanda; il contrasto alla desertificazione commerciale dei centri urbani, soprattutto nei territori montani, nei centri storici delle piccole e medie città di pianura e nelle periferie; il supporto all’attrattività del sistema territoriale attraverso la valorizzazione dei prodotti locali, dall’artigianato all’agroalimentare, alla cultura ed editoria, in vista di EXPO 2015.

Con particolare riferimento allo sviluppo della rete commerciale, nel medio periodo la pianificazione avverrà su scala macroregionale, prestando massima attenzione ai riflessi ambientali, territoriali e infrastrutturali delle grandi e medie strutture di vendita, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità energetica, l’inquinamento acustico, atmosferico e alla mobilità. La presenza equilibrata dei servizi commerciali dovrà contrastare la desertificazione dei piccoli centri, delle periferie urbane e delle aree montane.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse finanziarie regionali vengono valorizzati gli strumenti a sostegno dei Distretti del commercio, alleggeriti i carichi fiscali sulle imprese, escludendo dal finanziamento regionale le attività di vicinato inserite nella gallerie commerciali delle grandi strutture di vendita.

Nell’autorizzazione delle grandi e anche delle medie strutture di vendita, massima attenzione sarà rivolta alle conseguenze ambientali, territoriali ed infrastrutturali, mentre viene rivista (da 15mila a 10mila mq) la superficie su cui viene obbligatoriamente attivato un Accordo di programma (5mila mq per i Comuni al di sotto dei 10mila abitanti).

Viene anche introdotto un sistema sanzionatorio per quanto riguarda i livelli occupazionali nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle grandi strutture o di ampliamento di quelle esistenti,  punto alla stabilizzazione e alla professionalizzazione soprattutto delle donne e dei giovani.

Tre gli ordini del giorno discussi: i due approvati riguardavano la lotta alla contraffazione dei marchi e all’abusivismo (Enrico Brambilla, PD) e lo stop definitivo al consumo di suolo agricolo (Massimiliano Romeo, Lega Nord), quello ritirato (sempre a firma del consigliere Brambilla) è stato in parte assorbito in un emendamento e sollecitava una riforma urbanistica per una più precisa definizione dei centri e dei parchi commerciali.

ALLONI (PD): ‘NON E’ SUFFICIENTE’

Si è astenuto il Pd in sede di voto della proposta di atto amministrativo per lo sviluppo delle imprese del settore del commercio. L’assenza di una svolta nella volontà di programmare anziché negoziare i nuovi insediamenti commerciali e nessun vincolo stringente non hanno convinto i consiglieri del Partito democratico che restano in attesa che si affronti al più presto una riforma complessiva del settore. “Questo provvedimento pensiamo che non sia sufficiente – attacca il consigliere Agostino Alloni –  l’Aula oggi ha approvato delle linee guida che sostanzialmente lasciano inalterata la legislazione vigente, per questo è necessario arrivare il prima possibile ad una riforma complessiva della legge sul commercio. Non è passata l’idea della pianificazione su area vasta. Il rischio che sotto ogni campanile possa nascere un centro commerciale sussiste. L’unico fatto positivo è la decisione inserita nel documento che d’ora in poi non saranno più ammesse varianti urbanistiche su aree agricole”.

MALVEZZI (PDL): ‘PUNTO DI PARTENZA’

Grande soddisfazione, invece, è stata espressa dal vice-presidente della Commissione Attività Produttive e Lavoro, Carlo Malvezzi consigliere del Popolo della Libertà – Forza Italia, che nel suo intervento ha sottolineato “il confronto attento e proficuo che si è sviluppato all’interno prima nel Gruppo di Lavoro e poi in Commissione”.

“Siamo partiti – ricorda Malvezzi – da un documento strategico che ci ha permesso di capire meglio le criticità che il settore del commercio sta vivendo in questo contesto di crisi economica e allo stesso tempo abbiamo tenuto sempre presente la centralità dei consumatori, evitando così di affrontare il tema con un approccio ideologico.”

“In questo modo – prosegue il vice-presidente della Commissione – abbiamo dato vita ad un documento di grande equilibrio che dà una serie di segnali forti: no all’utilizzo di nuove aree agricole, si al recupero di aree dismesse, suddivisione tra i Comuni confinanti degli oneri d’urbanizzazione riguardanti la realizzazione di nuove strutture commerciali e potenziamento dei negozi di vicinato e dei Distretti del Commercio”.

“È necessario però sottolineare – conclude Malvezzi – che il lavoro non si esaurisce qui. Questo, infatti,  è il punto di partenza per una complessiva revisione del Testo Unico in materia di Commercio e della legge Urbanistica. Solo così potremo, infatti, sostenere concretamente il commercio e, in questo modo, tutelare tutti i cittadini lombardi e, quindi, i consumatori”.

IL DIBATTITO IN AULA

Enrico Brambilla (PD) ha parlato di un “documento importante che però non esaurisce gli interventi necessari che dovranno essere definiti in provvedimenti successivi. Per rendere più efficace la programmazione occorrerà quanto prima metter mano alla riforma del testo unico sul commercio, definendo bene alcune tipologie di imprese, e la legge urbanistica per dare una  svolta nelle modalità di programmazione degli insediamenti”.

Alcune criticità del provvedimento sono  state espresse da Dario Violi (M5S) che ha sottolineato la necessità di non lasciare soli i Comuni nelle scelte relative ai nuovi insediamenti, ma soprattutto ha rimarcato la necessità di norme più severe contro il consumo di suolo e regole più stringenti per valorizzare e rilanciare il ruolo economico e sociale dei negozi di vicinato.

Soddisfazione per il testo approvato è stata espressa da Daniela Maroni, (Maroni Presidente), coordinatrice del gruppo di lavoro. “Abbiamo ottenuto un risultato efficace, lavorando tutti insieme verso l’obiettivo comune di dare al commercio un nuovo equilibrio  a fronte di una difficile situazione di crisi e nel rispetto della libertà di mercato, riuscendo anche a salvaguardare la filiera dei prodotti tradizionali e artigianali”.

Sostegno al provvedimento è venuto anche dal Patto civico. “Abbiamo condiviso alcuni aspetti di queste nuove linee guida – ha spiegato Michele Busi – soprattutto per quanto riguarda l’equilibrio tra le diverse forme distributive, la sburocratizzazione, il sostegno all’innovazione delle micro e piccole imprese soprattutto a favore dell’occupazione femminile e giovanile”.

Molti i punti qualificanti del provvedimento evidenziati da Angelo Ciocca(Presidente della Commissione Attività produttive, Lega Nord). “Innanzitutto – ha dichiarato – si sono posti vincoli più stringenti per la grande distribuzione, aumentando le garanzie ambientali e paesaggistiche richieste e introducendo il divieto di realizzare nuove strutture sulle aree agricole lombarde. In questo modo si riduce il consumo di suolo, disincentivando gli insediamenti su aree libere ed esortando gli operatori, tramite premialità, ad operare su aree dismesse o da bonificare. Inoltre gli oneri derivanti dovranno essere utilizzati per sostenere i negozi di vicinato, per troppo tempo lasciati soli ad affrontare la concorrenza dei colossi della distribuzione.”

“Questo provvedimento – ha dichiarato Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia – segna un passo avanti nella tutela della classe media alle prese con una pesante crisi. Inoltre, dà il segnale di una nuovo attenzione e volontà di contribuire a unos viluppo armonioso del sistema , anche in vista di EXPO 2015”.

LE DICHIARAZIONI DI VOTO

Stefano Bruno Galli (Maroni Presidente): “Dopo la ludopatia facciamo un altro bel goal. Questo è un atto amministrativo importante per la tutela delle aree agricole, il principio del “km 0” e la tutela piccolo commercio. Con questo documento, inoltre, promuoviamo anche il principio di sussidiarietà”.

Enrico Brambilla (PD): “Giudicheremo gli effetti di questo lavoro da come si muoverà la Giunta, per ora la nostra è una benevola astensione”

Massimiliano Romeo (Lega Nord): “Fosse stato per noi avremmo scritto esplicitamente che non si costruiscono più centri commerciali, ma questo non era possibile e allora abbiamo lavorato insieme per riequilibrare la tutela piccole realtà: con questo atto fermiamo l’edificazione delle aree agricole, suddividiamo gli oneri di urbanizzazione derivanti dalla costruzione di aree commerciali anche tra i Comuni circostanti, introduciamo garanzie per i posti di lavoro: questo è il nostro contributo”.

Dario Violi (M5S): “C’erano molte aspettative su questo documento, ma oggi non si va nella direzione promessa. Ci sono elementi di interesse e di novità a cui abbiamo contribuito, ma andava fatto un rafforzamento della moratoria. Il nostro voto è contrario anche se rimaniamo disponibili a collaborare”.

Mauro Parolini (PdL): “Una società solida deve provvedere a un contemperamento degli interessi e questo documento tutela tutte le parti in gioco: grande distribuzione, commercio tradizionale, agricoltori che sono poi consumatori. Credo che la Giunta seguirà in modo preciso queste linee di indirizzo che seclgono di rendere più compatibile la grande distribuzione con il commercio tradizionale”.

Michele Busi (Patto civico): “Questo era un passaggio doveroso, ma non siamo soddisfatti del tutto anche per la ristrettezza dei tempi di lavoro. Valuteremo quando le direttive saranno operative. Siamo disponibili ancora a lavorare insieme, per ora il nostro voto sarà di astensione”.

Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia): “Voteremo a favore di questo documento per il suo valore generale e anche perché con il nostro emendamento diamo possibilità di accedere a canoni calmierati ai locali presenti nelle strutture Aler. Rileviamo positivamente una forte riduzione della burocrazia e una discreta riduzione pressione fiscale, nonché un sostegno all’accesso al credito”.

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