Politica

Pdl "congelato" anche nella ricerca della nuova sede

(foto Francesco Sessa)

Pdl congelato sul piano nazionale, e quindi paralisi forzata di tutte  le attività di partito nelle sedi periferiche, Cremona compresa. Tanto che, sotto il Torrazzo come in tutte le sedi provinciali, non solo non è chiaro chi dell’attuale gruppo Pdl  transiterà in Forza Italia o in altre formazioni, ma non si sa nemmeno dove si terranno le riunioni di un coordinamento che sulla carta non esiste più. Vale infatti, in periferia come in centro, il “congelamento” disposto a inizio ottobre dal consiglio nazionale Pdl, che ha di fatto sospeso tutte le attività dei gruppi. In questo stato di cose,  né il coordinatore provinciale Luca Rossi, né quello cittadino Francesco Zanibelli, potrebbero convocare un coordinamento, come pure si è fermata anche la ricerca di una nuova sede al posto di quella disdettata di via Baldesio. Una sorta di commissariamento, anche se ufficialmente non è così. L’esempio della sede è emblematico della paralisi in cui vive il Pdl: il congelamento degli incarichi rende impossibile   persino la stipula di un nuovo contratto d’affitto in un luogo alternativo a via Baldesio. Il 31 ottobre scadono i sei mesi di preavviso, quindi tra poche ore il Pdl non avrà più un posto in cui riunirsi. Gli uomini del partito in cerca di leadership sono stretti da una parte dalla necessità di stilare un programma di governo per le prossime elezioni amministrative; dall’altra dalla consapevolezza che i componenti degli attuali gruppi di lavoro prenderanno strade diverse tra qualche settimana o mese. Magari anche per suddividersi in più liste civiche che appoggiano il candidato Perri, se questi opterà per un secondo mandato.

Una volta che dal nazionale sarà sciolto il rebus sullo scioglimento del Pdl, tutto sarà più chiaro anche a livello locale. Dove la componente ciellina è al momento quella più attiva nel cercare di costruire un progetto politico alternativo sia al vecchio Pdl che alla nuova Forza Italia. Non a caso a Cremona sono transitati in poche settimane il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi e il ministro Maurizio Lupi, presenze che hanno visto in Massimiliano Salini il principale sponsor. Tra i pochi politici del centrodestra che si sono apertamente pronunciati e che si sono chiamati fuori dal nuovo corso c’è l’assessore alla Cultura Nicoletta De Bona: “Con il termine di questo mandato – dice – la mia esperienza politica si conclude. Quello a cui stiamo assistendo nel Pdl mi sembra un percorso a ritroso, che annulla quanto faticosamente è stato fatto dalla fusione di Forza Italia e An in poi. E’ un mondo al quale non mi sento più di appartenere, dopo 14 anni di impegno attivo”. Prima come segretaria cittadina di An, poi eletta in consiglio provinciale, quindi in consiglio comunale, infine assessore negli ultimi cinque anni nella giunta Perri. Anche lei, come altri amministratori del Pdl, da mesi si sentono allo sbaraglio nell’azione amministrativa, senza un riferimento chiaro di partito. “Chi fa bassa manovalanza come noi – aggiunge – si limita a dare un servizio che in quanto pubblico ritengo debba essere al di sopra della specifica appartenenza politica. Le mie idee non sono cambiate e in coerenza con i miei convincimenti prendo atto che molte cose sono cambiate nella società, di cui la politica è espressione”.

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