Politica

Le Province non chiudono più, Salini decide il rientro nell'Upi

La Provincia di Cremona rientra a far parte della grande  famiglia (associativa, s’intende) dell’Unione Province Italiane, dopo esserne uscita, con decisione dell’ottobre del 2012 quando sembrava che  di lì a poco l’ente scomparisse dalla carta delle amministrazioni locali. A un anno di distanza le cose sono cambiate, non si parla più di soppressione delle province e neanche di accorpamenti e addirittura alla scadenza dei mandati in essere si potrebbe andare a nuove elezioni (in alternativa si è sempre parlato della nomina di un commissario). E così anche  la giunta di Massimiliano Salini – che non ha mai risparmiato voci critiche nei confronti dell’associazione – ha deciso di rinnovare la propria iscrizione all’Upi, anche perchè, “per effetto del caotico e mutevole quadro legislativo riguardante il destino delle Province, si reputa necessaria una rinnovata, forte ed unitaria azione degli Enti supportata dall’UPI, che ha messo in atto una serie di iniziative ed incontri utili in tal senso”. Lo si legge nella delibera approvata dalla Giunta provinciale il 22 ottobre scorso, con la quale si ratifica anche la quota d’iscrizione all’Unione, pari a tremila euro. In origine l’Upi aveva richiesto ben di più, l’intera quota annuale, pari a  12.503,27 euro, in quanto non aveva preso atto della comunicazione di recesso.

“A seguito – si legge ancora nella delibera – di numerosi contatti con le altre amministrazioni provinciali lombarde, che hanno deciso, in larga parte e con modalità diverse, il rientro nell’UPI e di proficui contatti istituzionali con la stessa Associazione, si è deciso di non proporre ricorso contro tale cartella esattoriale in quanto l’UPI ha accettato la proposta di versamento di una quota associativa ridotta ad € 3.000,00 per l’anno 2013.

La decisione di recedere dall’Unione era stata a suo tempo “motivata dal processo di riordino, dagli ingenti tagli ai Bilanci provinciali, dal ritardo nell’adozione del DPCM di individuazione delle funzioni amministrative conferite, nonché dalla mancata condivisione delle strategie a suo tempo seguite da tale Associazione nella difesa generalizzata delle Province, ignorando la diversa efficienza e virtuosità di ciascun territorio”.

g.b.

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