La truffa dei cuccioli 'fantasma' e gli altri raggiri dei cyber-criminali
Malviventi del web in azione con un “traffico” di cuccioli in regalo inscenato a scopo di truffa. Prima chiedono un contributo per il trasporto del cane dall’estero, poi un altro per la gabbia o le vaccinazioni, poi un altro ancora per l’assicurazione. Migliaia di euro in totale. Con una minaccia: se non si paga, scatta una denuncia, perché una volta attivato l’iter “non è possibile annullare”. Alla fine l’animale non si vede. Quasi certamente nemmeno esiste. E i soldi finiscono nelle tasche dei cyber-criminali. Nella trappola, qualche settimana fa, un cittadino. L’allarme alla polizia postale di Cremona, per la precisione, giunge un mese fa, ma non è la prima volta che un fatto del genere accade dalle nostre parti.
Tutto comincia con un annuncio su internet – accompagnato da fotografie trovate magari in giro per la rete, in grado di far leva sull’emotività delle persone – e prosegue con contatti via email. Quindi, le richieste di denaro. Circa 200 euro di spese di spedizione per fare arrivare il cagnolino dall’estero. Qualche giorno dopo, un’altra richiesta da un indirizzo simile a quello ufficiale di un aeroporto internazionale: servono 800 euro per la gabbia nella quale far viaggiare il cucciolo. E successivamente una terza richiesta: servono più di mille euro per assicurazione e vaccinazioni. Se il pagamento salta “ti denunciamo”, per abbandono di animale o qualcosa di simile, perché il meccanismo per il viaggio del cane si è già messo in moto ufficialmente “e non si può tornare indietro”. E’ a questo terzo passaggio che il sospetto si fa forte e la vittima decide di non pagare più. Insidie di questo tipo non sono nuove. Un primo campanello d’allarme: solitamente i soldi (attraverso pagamenti con i servizi money transfer, quelli alternativi alle banche, utilizzati per muovere denaro da Paese a Paese) finiscono in Africa (nel caso descritto, in Camerun).
LE TRUFFE VIA INTERNET NEL CREMONESE
Due i casi di “truffe dei cuccioli”, con schemi identici, raccolti dalla polizia postale e delle comunicazioni di Cremona negli ultimi 12 mesi. Le trappole, sul web, sono ovviamente molte di più e hanno caratteri sempre diversi. I consigli: prestare la massima attenzione e valutare anche un’eventuale rinuncia davanti a un’opportunità di acquisto “quando le offerte sono particolarmente vantaggiose e i pagamenti sono destinati a soggetti fuori dall’Italia, attorno a cui c’è poca chiarezza”. Suggerimenti, questi, promossi dall’ispettore capo Alberto Casarotti, che guida la polpost cremonese. Casarotti, interpellato sull’argomento, fa una panoramica delle truffe su internet nel nostro territorio. Sono 140 le denunce raccolte nell’ultimo anno dai suoi uffici, in via Verdi, proprio accanto all’entrata della Posta centrale. Riguardano prevalentemente prodotti elettronici (come computer e telefonini). Il bottino, per i cyber-malviventi, oscilla abitualmente tra i 150 e i 700 euro. I truffati hanno un’età fra i 30 e i 50 anni nel 90% de casi. Tanti uomini, ma anche donne (frequentemente alla ricerca di prodotti da utilizzare in casa).
Gli inganni, in queste 140 denunce, sono di vario genere. “C’è ad esempio chi propone biglietti per grandi eventi e intasca i soldi senza spedire nulla agli acquirenti”, spiega l’ispettore della polizia postale. Oppure chi non paga una macchina fotografica comprata (falsificando il versamento) o non la spedisce (probabilmente perché non esiste) dopo averla venduta. La maggior parte delle truffe ha come teatro siti di aste online: “E’ utile attenersi ai metodi di pagamento, come Paypal, indicati dai siti stessi, che forniscono più garanzie, gli altri risultano rischiosi”. I pericoli grossi si nascondono, soprattutto, nei servizi di money transfer verso l’estero (“è complicato risalire ai truffatori ed è più facile per i malviventi utilizzare documenti falsi per entrare in possesso dei soldi”). Un classico delle truffe via internet sono gli annunci “esca” su siti specializzati in affitti di case per le vacanze: chi propone l’affitto sparisce con la caparra. Spesso tali episodi non vengono nemmeno segnalati alle forze dell’ordine. Una buona fetta delle 140 denunce, invece, interessa i motori: auto, moto, vespe. Ancora di annunci falsi su siti specializzati. Dieci i casi registrati negli scorsi 12 mesi. Solito metodo. In vendita veicoli con prezzi normalmente tra i 1500 e i 4mila euro e richieste di caparra. Dopo il pagamento dell’anticipo (5-600 euro) il venditore scompare.
Le tipologie di imbroglio sono numerose. In un paio di casi, continua l’ispettore capo, si parla di prodotti contraffatti: l’imitazione di un noto cellulare o quella di una maglietta di una squadra. Altri due riguardano annunci di proposte di lavoro: c’è chi riesce a spillare centinaia o migliaia di euro alle vittime (“per le spese dell’ingaggio o l’apertura della pratica”). Tre casi hanno invece al centro siti di presunte finanziarie o sedicenti intermediari del settore: richieste di soldi (dalle centinaia alle migliaia di euro) per l’accensione di prestiti fasulli. E ce ne sono molti altri, come quelli del “pellet fantasma” (venditori raccolgono soldi ma non vogliono o non riescono a rifornirsi in modo adeguato per rispondere a tutte le richieste) o dello “scambio truffa” (un pc in cambio di un telefono che però mai arriva a casa). Bisogna tenere alta la guardia, sottolinea Casarotti, e rivolgersi alla polizia postale quando emergono sospetti.
Michele Ferro
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