"Ex casalese" 56enne truffava il comune di Trieste: beccata
Per un periodo ha vissuto a Casalmaggiore, Sonia Pieretti, 56 anni, dipendente del Comune di Trieste dal quale ha ricevuto lo stipendio pur standosene a casa. E’ infatti riuscita a risultare assente per infortunio sul lavoro, “correggendo” con l’aiuto di una collega di lavoro i certificati dell’Inail. La sezione della Corte dei conti presieduta da Afredo Lener e composta da Paolo Simeon e Giancarlo Di Lecce ha condannato la donna a risarcire il Comune che aveva continuato a corrisponderle i ratei di stipendio. Dovrà pagare 40.500 euro oltre agli interessi e alle spese di giudizio. La vicenda, come riporta il quotidiano “Il Piccolo” di Trieste, è cominciata il 23 agosto 2006, quando Sonia Pieretti ha denunciato di avere avuto un infortunio sul lavoro. Solo nel luglio del 2009 – dopo tre anni di assenza – l’amministrazione comunale ha chiesto informazioni all’Inail di Trieste scoprendo così che la pratica della dipendente pubblica era stata chiusa già il 26 gennaio 2007. E che da quella data Pieretti aveva continuato a prendere la paga senza però lavorare: figurava in infortunio.
La dipendente aveva regolarmente spedito al Comune i certificati dell’Inail relativi alla prosecuzione dell’infortunio. Certificati falsi. Nel periodo in cui si era trasferita a Casalmaggiore, si era rivolta a un medico di Cremona che le aveva riconosciuto il suo stato di malattia sulla parola certificando l’inabilità al lavoro sulla modulistica dell’Inail in dotazione in quanto sanitario di base. La donna, però, non aveva riferito al medico che la pratica di infortunio era stata chiusa e liquidata. I certificati del medico di Cremona – redatti in buona fede – venivano poi ufficializzati con l’apposita “timbratura amministrativa” da parte dell’Inail di Trieste. Solo che quei timbri in realtà erano falsi. Erano stati ottenuti – questo è poi emerso dalle indagini – grazie alla collaborazione di una collega di lavoro di Trieste. Nel procedimento disciplinare a suo carico, la donna ha dichiarato di essere stata tratta in inganno dalla Pieretti e di aver creduto che il medico di base di Cremona in realtà fosse un dipendente dell’Inail.
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