Continua dibattito su inceneritore: Pd, Torchio e Legambiente
Continua il dibattito sull’inceneritore, dopo l’approvazione del consiglio comunale del documento d’indirizzo sul ciclo rifiuti e dopo l’incontro dell’Assessore regionale Terzi a Cremona in cui ha affermato che non c’è alcuna istanza di revamping dell’impianto. Alessia Manfredini, consigliere Pd, interroga l’assessore Francesco Bordi: “Con riferimento ai contatti intercorsi e alle notizie che sono informalmente circolate sulla possibilità di non procedere a revamping, ma alla realizzazione di due nuove linee in sostituzione dell’esistente – scrive la democratica – desideriamo sapere dall’Assessore Bordi se corrisponde al vero: che a dicembre 2012 AEM gestioni aveva presentato una proposta progettuale di variante sostanziale all’Aia vigente. In caso affermativo, se corrisponde al vero che il progetto presentato prevede una sostituzione dell’impianto esistente con la realizzazione di un nuovo impianto in un’area libera interna al sedime dove risiede l’impianto attuale con la contestuale demolizione di quest’ultimo; se si tratta pertanto di due nuove linee autorizzate per un quantitativo di rifiuti smaltiti simile all’attuale; se, a fronte di tale proposta, dovendo esperire una procedura di Valutazione di impatto ambientale il gestore sta programmando di depositare uno studio di impatto ambientale; se l’Assessore intende esprimere un parere dell’Amministrazione in caso di conferma delle suddette intenzioni del gestore e se intende promuovere un confronto aperto e pubblico sul tema”.
Interviene anche il consigliere provinciale Giuseppe Torchio con un’interrogazione alla Giunta provinciale: “Nonostante gli esiti referendari avessero manifestato la contrarietà di quasi il 60% dei votanti – dichiara Torchio – il Comune di Cremona optò per la costruzione dell’impianto di termodistruzione, procedendo alla sua realizzazione con annesso collegamento al teleriscaldamento. Negli anni diverse sono state le fermate registrate insieme alle crescenti lamentele per il malfunzionamento, le anomalie ed i canoni stratosferici applicati ad una serie di utenze. Ora, anche il recente pronunciamento del Consiglio Comunale di Cremona evidenzia la necessità di fuoriuscire dalla tecnica della termodistruzione mentre emerge la riduzione della massa dei rifiuti solidi urbani, anche per effetto dei minori consumi derivanti dalla crisi economica in atto. A fronte di tale stato di cose e della stessa mancata cantierabilità a tutt’oggi della discarica di Malagnino per l’ampliamento a Vescovato,? sembra emergere un quadro inquietante di una politica del doppio binario che da un lato si riempie la bocca di buone intenzioni e dall’altro procede in direzione opposta, prova ne sia l’niziativa, indicata da più parti, ad opera di LGH ed AEM Gestioni di chiedere a Cremona non già il “revamping” dell’impianto bensì la realizzazione di un polo di incenerimento per tutto il sud della Regione e di capacità analoga all’attuale, nonostante la crescita della differenziata e la riduzione dei rifiuti prodotti. Pertanto interrogo la Giunta Provinciale per la precisa competenza esercitata in materia di ciclo dei rifiuti, per conoscere quale sia lo stato dell’arte anche a livello di comunicazioni dei richiedenti alla Regione e per la massima evidenza e trasparenza di una problematica così sentita dalla cittadinanza. Se la nuova istanza, caratterizzata dalla radicale sostituzione dei contenuti tecnologici dell’inceneritore, non si configuri come un vero e proprio nuovo impianto e se per tale realizzazione non sia necessaria la procedura di VIA (valutazione e di impatto ambientale) in luogo dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale) attivata, ad esempio, per le modifiche dell’impianto di Parona. Se la Giunta non intenda attivarsi perché gli impianti di Parona (LGH) e di Brescia (A2A) possano fornire una risposta anche alle ridotte esigenze cremonesi”.
“Stiamo seguendo con molta attenzione il dibattito in corso sul futuro del ciclo dei rifiuti in provincia di Cremona – scrive Legambiente – e la nostra Associazione sta fortemente rilanciando la campagna nazionale “Italia Rifiuti Free”. A Cremona per Legambiente bisogna prepararsi al fine vita dell’impianto termovalorizzatore, inaugurato nel 1997. Quindi diciamo no a nuovi revamping o soluzioni che rimettano al centro l’incenerimento e discarica come soluzione per lo smaltimento dei rifiuti. Bisogna iniziare fin da subito una campagna capillare di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti e sul porta a porta, pensare a nuovi impianti alternativi all’inceneritore come un impianto di compostaggio dei rifiuti a trattamento biologico e meccanico (come in provincia di Reggio Emilia). Crediamo che i cittadini cremonesi siano più avanti dei loro rappresentanti nelle Istituzioni e dei manager presenti nella Partecipate, maturi e sensibili almeno quanto i cittadini di Crema, Casalmaggiore e Piadena, ma anche dei cittadini di Acquanegra Cremonese, Grumello, Gussola e Motta Baluffi tanto per citarne alcuni con una percentuale di raccolta differenziata oltre il 60%. E’ tempo di una nuova stagione per il ciclo dei rifiuti”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA