Economia

Confesercenti: no a vendite promozionali prima dei saldi

Il 94% dei commercianti non vuole la liberalizzazione delle vendite promozionali nei trenta giorni precedenti ai saldi. Lo dimostra un’indagine di Confesercenti, effettuata su un campione di imprenditori delle province di Cremona, Brescia e Mantova; l’associazione porterà questa richiesta domani in Regione all’osservatorio regionale del commercio. Che dovrà decidere se continuare la sperimentazione già avviata lo scorso dicembre, o se tornare alle vecchie regole.  “L’Associazione è convinta – si legge in un comunicato – che, in un periodo tra i più difficili della storia del Paese per le MPMI commerciali, in particolare per i settori abbigliamento e calzature, la crisi non si possa combattere con la facoltà di effettuare sconti ogni giorno e negozi aperti per 24 h 365 giorni all’anno, bensì incentivando una maggiore capacità di spesa delle famiglie. Non si tratta peraltro di mere opinioni. La sospensione del divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi, già sperimentata lo scorso anno, rappresenta infatti un provvedimento che, anziché favorire il consumatore, penalizza le piccolo-medie imprese commerciali, agevolando ancora una volta le grandi catene distributive, le sole in grado di sostenere i costi per il necessario lancio pubblicitario di simili iniziative ed armonizzare i tempi di lavoro del personale dipendente. Il provvedimento sperimentato lo scorso anno doveva favorire il raggiungimento di due obiettivi: incrementare i consumi e favorire l’occupazione. Ebbene, entrambi sono stati clamorosamente mancati”.

In un sondaggio effettuato presso gli aderenti della Lombardia orientale, il  90% degli intervistati si dichiara contrario alla liberalizzazione delle vendite promozionali nel periodo antecedenti i saldi e ad una nuova sperimentazione. Non solo: l’andamento dei ricavi dei saldi con divieto di vendite promozionali, seppur sempre in diminuzione, appare essere stato molto più favorevole.

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