Cronaca

Pdl senza più soldi da sede centrale Ora contributi da chi ha incarichi retribuiti

Cento milioni di debito pesano sul Pdl nazionale e anche su questo fronte si sta combattendo la battaglia interna tra falchi e colombe.  Debiti che riguardano anche Cremona? Il coordinatore provinciale Luca Rossi ha davanti a sé un lavoro tutt’altro che semplice, autofinanziare un partito per cui, fino a qualche settimana fa, esisteva un unico conto corrente nazionale. Con il quale era sempre stato pagato l’affitto delle sedi territoriali, cosa che è avvenuta  anche per via Baldesio. Sei mesi fa, però, la disdetta e a fine ottobre la necessità di lasciare liberi i locali della Camera di Commercio. Il partito sta cercando casa e ha davanti a sé una serie di opzioni ancora da valutare. “Dato il momento storico e sociale  – spiega il coordinatore provinciale – non è tempo di sedi faraoniche, la politica va fatta comportandosi come farebbe un padre di famiglia o l’amministratore di un’azienda, che calibra le proprie spese sulla base delle risorse di cui dispone. Quindi la nostra scelta cadrà su una sede che sia facilmente accessibile per chi proviene da fuori città e non necessariamente in posizione così centrale”.

In vista di importanti sfide elettorali, come il rinnovo di una novantina di amministrazioni comunali in provincia compreso il capoluogo, il Pdl locale ha urgente bisogno di finanziare le proprie attività. E lo farà secondo le tecniche classiche di tutti i partiti, ossia fundraising e sollecitando contribuzioni  volontarie, alla luce del sole “anche perchè sarà possibile scalare gli importi dalla dichiarazione dei redditi”, precisa il coordinatore. Che lancia un messaggio a chi ha ottenuto incarichi remunerati in virtù dell’appartenenza al partito:  “Si apre una fase di maggiore responsabilizzazione dei livelli locali, cosa che trovo giusta.  Maggiore responsabilità anche da parte di chi, tramite il partito, ha ricevuto incarichi. Chi ha ricevuto, adesso deve anche sostenere”.

“Fin da quando sono stato eletto – spiega Rossi –  un anno e mezzo  fa, ho operato secondo un preciso mandato di trasparenza economica  e finanziaria. Una delle prime cose che ho fatto è stato di chiedere al nostro tesoriere di redigere una relazione semestrale su entrate e uscite, cosa che sta avvenendo”. Da quest’anno le sedi provinciali e regionali hanno avuto la possibilità di aprire una propria posizione fiscale, facendo venir meno un’era, quella del conto corrente nazionale unico per tutti e garantito da Silvio Berlusconi. Era con quello che venivano pagati gli affitti e in teoria anche le spese per le attività secondo una ripartizione nei territori definita dallo Statuto. Ma a Cremona, afferma Rossi, non è mai  arrivato niente e le attività interne sono progredite soprattutto sulla base del volontariato. Adesso il partito più che mai dovrà camminare sulle proprie gambe. A cominciare dall’apertura di un conto corrente e da un nuovo regolamento per la gestione economico – finanziaria. Il tutto “per dare un servizio ai nostri iscritti e supportare le attività degli amministratori”. Come il corso di formazione che partirà tra un mese o come le iniziative politico-culturali degli ultimi giorni (vedi incontro con Sacconi). Nella speranza che presto arrivi anche una sede.

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