Lampedusa, don Perego a Porta a Porta: 'Ripensare le città alla luce delle migrazioni"
Nella giornata di lutto nazionale per la strage di migranti nelle acque davanti a Lampedusa, le parole del cremasco don Perego, direttore della Fondazione Migrantes, ex direttore della Caritas di Cremona, ospite della trasmissione ‘Porta a Porta’ di giovedì sera. “Le due visite del Papa a Lampedusa – ha detto don Perego davanti a Bruno Vespa – vogliono dimostrare che il primo messaggio forte del Pontefice è stato proprio quello di non essere indifferenti di fronte a un fenomeno dell’immigrazione che riguarda 230milioni di persone di cui 45milioni sono in fuga per guerre, persecuzioni e disastri ambientali”. “Sono persone in movimento che lasciano il proprio paese per varie ragioni- ha continuato il cremonese – e questo è già un fatto politico che non può non interpellare l’Italia e il continente Europa, centro di attrazione dei migranti insieme agli Stati Uniti. Azioni di prevenzione non possono che essere all’interno di questa casa europea, a partire dalla nostra responsabilità. Come Chiesa noi siamo a fianco delle istituzioni non per un’opera di supplenza, ma di accompagnamento, di educazione e di servizio”.
“Oggi – ha proseguito don Perego – il cammino verso l’Italia certamente ha anche, ma non solo, come primo approdo le città portuali. La prima azione importante è che il porto, come ieri era un luogo presidiato da realtà di soccorso per chi partiva per la migrazione, oggi sia luogo per chi arriva da diverse parti del mondo. Una seconda azione è quella che l’Italia deve in ambito europeo, sul piano dell’asilo, dare un segnale forte. Non possiamo essere 12 indietro nell’ambito dell’assistenza di richiedenti asilo rispetto alla Germania. Abbiamo accolto 53mila persone contro le 600mila della Germania, le 350mila della Francia e dell’Inghilterra. Questo significa che dobbiamo fare un salto di qualità. I paragrafi ultimi della legge sull’immigrazione in Italia che riguardano l’asilo si trasformino in una vera e propria legge sull’asilo politico che preveda non nei fondi dell’8xMille dello Stato gli aiuti per quanto riguarda lo Sprar (accompagnamento e integrazione) e l’emergenza, ma che un’attenzione strutturale nel nostro paese. Serve una rete intorno ai comuni e oltre i comuni per ripensare le città anche alla luce delle migrazioni. Per una città l’accoglienza è un progetto”.
“Manca un piano nazionale sui minori non accompagnati – ha detto don Perego – Manca un piano nazionale sull’asilo politico. Credo che sia molto importante distinguere i vari volti dell’immigrazione. Un conto è il migrante economico, un conto è il migrante richiedente asilo, un conto è la vittima di tratta. Ci vuole una politica diversa capace di riconoscere questi volti. La semplificazione rischia di non tutelare i diritti e la dignità delle persone. Il tema dei minori è un tema importante da affrontare con strumenti tipici e insieme all’Europa”.
“Gli sbarchi si intensificheranno – ha concluso il sacerdote cremonese – Sono in atto 22 guerre, il mondo sicuramente cercherà rifugio, mettendosi ancora in cammino. Il realismo della politica e dell’accoglienza chiede di fare passi importanti. Non si può gridare alla cooperazione e poi non mettere risorse, non si può non programmare un asilo europeo, non si possono non permettere i ricongiungimenti europei. Per noi è importante l’accompagnamento intelligente che significa dare un futuro alle persone”.
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