Inceneritore verso la chiusura, incognita per i bilanci Aem
Spegnere il termocombustore? Più facile a dirsi che a farsi. La delibera votata lunedi 30 settembre dal Consiglio Comunale dà l’input ad Aem di pensare sotto un’altra ottica il tema dello smaltimento dei rifiuti, ma non fissa alcuna data circa la durata residua dell’impianto di San Rocco. Che per quanto vecchio (prima linea inaugurata nel 1997) e bisognoso di ammodernamenti continui, resta un pilastro fondamentale per Aem Gestioni, soprattutto da quando la discarica di Malagnino è satura e l’ampliamento su Vescovato è naufragato contro una sentenza del Tar. Spegnere il termocombustore dall’oggi al domani non è nemmeno pensabile e al tempo stesso l’abbandono del progetto di revamping (ammodernamento) che avrebbe dovuto avvenire entro il 2014, secondo i piani di Aem Gestioni rende sempre più obsoleto – e si suppone, dannoso per la salute – il sistema di smaltimento rifiuti avviato 16 anni fa.
Il revamping faceva parte dei progetti di Aem Gestioni fino all’inizio di quest’anno. La società di viale Trento e Trieste ne aveva presentato il progetto al sindaco Perri nel 2009, a pochi mesi dalla sua elezione. Era un atto dovuto, perchè l’ultima Aia (autorizzazione integrata ambientale) rilasciata da Regione Lombardia nel 2007, prevedeva che nel corso dei 5 anni di validità della stessa si attuassero azioni di miglioramento, anche alla luce delle nuove tecnologie. Questo progetto riguardava la linea 1, la più vecchia, sulla quale nel 2007 Aem era già intervenuta. Tra gli interventi fondamentali del progetto, da portare a termine entro il 30 giugno 2014, Aem indicava la realizzazione di un sistema integrativo al trattamento degli ossidi di azoto. A seguire, ci sarebbe dovuto essere il revamping della linea 2 (inaugurata nel 2001 e ammodernata nel 2011).
Un processo che adesso, inevitabilmente si interrompe, alla luce della legislazione europea recepita dalla regione e a cascata da provincia e Comune. Il termocombustore era costato 63 miliardi di lire all’epoca della realizzazione delle due linee. Insieme al cambio culturale, per Aem Gestioni ora si impone l’obbligo di ripensare le proprie strategie. Aem è al tempo stesso il gestore unico provinciale del termovalorizzatore e uno dei soggetti che effettuano la raccolta e lo smaltimento. Per la verità non è il maggiore, considerando che serve soltanto il capoluogo, Cremona, e altri 8 comuni della cerchia: il 23% della popolazione provinciale, contro il 45% di Scs Gestioni e il 22% di Casalasca. Perdere il termovalorizzatore, per Aem, significa perdere una fonte di entrate e anche un importante – anche se non unica – fonte di produzione di calore per il teleriscaldamento.
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