Cronaca

Carcere, dai sindacati nuovo allarme su personale attivo, strutture e mezzi

Nuovo allarme dai sindacati sulla situazione del carcere, anche in previsione dell’apertura del nuovo padiglione. Attraverso una lettera aperta il segretario provinciale Osapp Salvatore Castelli e il vicesegretario regionale Sinappe Vincenzo Martucci criticano, tra le altre cose, soprattutto la mancanza di relazioni sindacali adeguate, la gestione del personale, le carenze strutturali e le carenze di automezzi.

Entrando nel dettaglio, le due organizzazioni scrivono: “Da molto tempo puntiamo l’attenzione sulla gestione del personale, nelle sue diverse articolazioni, da parte dell’autorità dirigente, con particolare riguardo alla tenuta di corrette relazioni sindacali, ormai interrotte inspiegabilmente da tempo, nonostante le ripetute richieste di spiegazioni e di incontro, inoltrate anche ai superiori uffici, in considerazione del particolare momento storico che sta attraversando la Casa circondariale di Cremona”. “Proprio in questi mesi – aggiungono – andava affrontata la redistribuzione del personale dell’Area Sicurezza, con conseguente determinazione dei carichi di lavoro, materia precipua e oggetto di contrattazione sindacale; quanto detto, si sarebbe dovuto programmare per tempo, onde evitare di arrivare impreparati e soprattutto dover, assistere, per l’ennesima volta all’emanazione di provvedimenti unilaterali e senza alcuna condivisione con i sindacati”.

Questione personale: “Va precisato che su 203 unità appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria nei diversi ruoli, circa una ventina risultano distaccate, a vario titolo, presso altre sedi dell’Amministrazione Penitenziaria. Nonostante gli ultimi arrivi di personale di Polizia penitenziaria, a parere delle scriventi organizzazioni sindacali, risultano essere ancora insufficienti a reggere l’urto derivante dall’apertura del nuovo padiglione detentivo e del nuovo assetto organizzativo dettato dai superiori uffici per la costituzione delle unità operative (gruppi di lavoro organizzati)”.

Quanto ai detenuti: “Poiché pare ormai certo che la tipologia di detenuti che ospiterà la nuova struttura penitenziaria sarà costituita da detenuti ‘comuni giudicabili’, in gran parte provenienti dalla casa circondariale di Mantova e dalla casa circondariale di Milano San Vittore, quindi ciò comporterà, sicuramente, un aggravio in termini di carico di lavoro per tutto il personale ivi in servizio, compreso il locale Nucleo Traduzioni e Piantonamenti”.

Problemi con i mezzi: “Occorre denunciare lo stato di totale abbandono dei mezzi utilizzati per il trasporto detenuti presso aule giudiziarie, presso ospedali, presso altri istituti penitenziari e così via. I mezzi che risultano assegnati per tali servizi risultano quattro, ma di questi solo due ‘funzionanti’ allo stato attuale. Gli altri due da tempo sono in attesa di manutenzione. La cosa più grave da segnalare è che, presso il parco automezzi, risultano ancora mezzi del tutto inutilizzabili, in attesa di demolizione; pertanto, se due automezzi (con alle spalle centinaia di miglia di chilometri) sono attualmente insufficienti, figuriamoci con l’apertura del nuovo padiglione e la tipologia di detenuti che andrà ad ospitare”.

Non è tutto. Un “forte grido di allarme va lanciato per quanto attiene alle condizioni strutturali del vecchio edificio“. “Già più volte denunciate – scrivono Osapp e Sinappe -, le copiose infiltrazioni d’acqua piovana causate dalla scarsa impermeabilizzazione dei tetti accompagnano il nostro Istituto nei momenti di pioggia. Dai cavedi filtra l’acqua piovana, che si dirama in diverse articolazioni, fino a raggiungere i quadri elettrici, mettendo a repentaglio continuamente la sicurezza del personale che quotidianamente vi opera, compresi gli stessi reclusi che a volte si trovano per molte ore al buio e con i letti bagnati dalle stesse infiltrazioni; nonostante le varie rassicurazioni da parte del Provveditorato nulla o poco è stato ancora fatto”. Problema, questo, che tocca anche la Caserma agenti, “che per incuria e per la mancanza di manutenzione straordinaria, risulta essere inagibile per l’intero 2° piano; questo costringe il personale accasermato a doversi dividere i pochi alloggi rimasti; basterebbe poco per porre rimedio”.

Ultimo punto evidenziato dai sindacati: “La cronica carenza di personale amministrativo, alla luce del blocco delle assunzioni e della scarsità di figure professionali della Regione Lombardia”. “Circa la figura professionale dell’educatore poi, delicatissima e fondamentale nel contesto penitenziario, al fine di poter ottenere l’applicazione da parte dei detenuti di misure alternative alla detenzione in carcere, – concludono Osapp e Sinappe – bisogna che l’amministrazione centrale si faccia carico circa l’assegnazione di ulteriori Funzionari Pedagogici, soprattutto per stemperare i malumori e scoraggiare i molteplici tentativi di insofferenza alla detenzione (atti di autolesionismo, 4 tentativi di suicidio di cui uno con decesso, sciopero della fame). Solo qualche esempio per rendere più chiara le probabili cause che hanno generato quanto precedentemente affermato: dall’inizio dell’anno ci risultano solo circa 100 detenuti che hanno beneficiato dell’applicazione delle misure alternative (di cui circa il 25% per il decreto svuota carceri); dato assolutamente inadeguato per una struttura penitenziaria come quella cremonese”.

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