Cronaca

Latte, in provincia di Cremona sparito il 25% di aziende in 10 anni

Sembra non finire mai la lunga notte delle aziende da latte. Nei dieci anni che vanno dal 2003 al 2013 – spiega un’analisi di Coldiretti Lombardia – il numero delle stalle in regione è diminuito di oltre il 30 per cento, passando da 8.761 a 6.042. Se poi si considerano solo quelle che consegnano a industrie e caseifici e si escludono quelle che trasformano in proprio o fanno vendita diretta, si scende sotto la soglia psicologica di 5 mila allevamenti. In media – rileva la Coldiretti regionale – in Lombardia, dove si produce il 40% di tutto il latte italiano, sono sparite oltre 270 realtà all’anno.

In Lombardia le province che hanno sofferto di più sono Mantova, Lecco, Pavia e Sondrio che detiene anche il record negativo di meno 46 per cento. Quelle in linea con la media regionale sono Brescia, Milano (con Monza Brianza) e Varese. Quelle che hanno “perso meno”, ma sempre con percentuali a due cifre, sono: Bergamo, Como, Cremona (-25%) e Lodi.

“Dal 2003 a oggi – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – è stato perso un patrimonio enorme del nostro settore zootecnico. E se alcune aziende si sono ristrutturate sia dal punto di vista produttivo che della gestione, molte altre hanno chiuso, punto e basta, a causa dei costi sempre più alti a fronte di un valore del latte che spesso non ha permesso neppure di coprire le spese”.

Secondo l’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Clal, negli ultimi dieci anni la media del valore riconosciuto dalle industrie a un litro di latte alla stalla non ha raggiunto nemmeno i 39 centesimi al litro e questo nonostante un prezzo al dettaglio per i consumatori che nel tempo ha superato anche l’euro e 60 centesimi.

“La situazione non è migliorata molto neppure quest’anno – commenta Prandini – visto che a fronte di una quotazione del latte spot di 51,55 centesimi al litro, alle stalle vengono pagati, e non sempre, 42 centesimi. Un prezzo che va assolutamente adeguato al rialzo, anche perché rispetto a qualche anno fa i costi di gestione, dall’energia al foraggio, hanno registrato aumenti fra il 20 e il 30 per cento. O si cambia atteggiamento verso il settore o rischiamo di non riuscire più a invertire il trend, con l’ulteriore sparizione di allevamenti”.

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