Cronaca

"Ti fai di coca?" Mussetola-Scaramuzza Lite va in appello

Sarà discusso il prossimo 27 novembre in tribunale a Cremona il ricorso in appello contro la sentenza del giudice di pace di Casalmaggiore che il 18 aprile del 2011 ha condannato Giuseppina Mussetola, 55 anni, all’epoca dei fatti vice presidente del circolo An di Casalmaggiore, a 260 euro di multa e a 800 euro di risarcimento danni per ingiurie nei confronti della presidente Michela Scaramuzza, 32 anni.

L’episodio risale al 10 aprile del 2009, in piena campagna elettorale. Un fatto che aveva contribuito a spaccare del tutto un centro-destra già lacerato tra chi sosteneva Orlando Ferroni di Casalmaggiore per la Libertà e chi invece aveva fatto appello al Pdl ufficiale, che però non aveva presentato alcun candidato.

Durante un acceso diverbio nella sede di An, la Mussetola si era rivolta alla Scaramuzza con le seguenti espressioni: “Non guardarmi con quella faccia da cretina…tu ti fai di coca?”.

Nella motivazione della sentenza del giudice di pace di Casalmaggiore Beatrice Ghillani, “è indubbio, in considerazione del ruolo politico rivestito dalla parte offesa e del particolare contesto in cui si sono svolti i fatti, che tale esternazione sia da intendersi offensiva e lesiva della dignità della destinataria”. “Un chiaro intento denigratorio”, scrive il giudice, che cita i riscontri trovati nei contenuti delle deposizioni rese in aula dagli alleati politici. “Il tono interrogativo dell’addebito”, si legge, in riferimento ad un ipotetico utilizzo di sostanze stupefacenti da parte della Scaramuzza, “non esclude la natura denigratoria delle parole pronunciate dall’imputata, che ha fatto intenzionale riferimento ad una precisa condotta particolarmente riprovevole sotto il profilo umano e sociale”.

Per il giudice, “non è ravvisabile” nemmeno l’esimente della provocazione, “non essendo emersa contestuale reciprocità di offese tra le parti, né potendosi ritenere che la condotta contestata valga quale adeguata reazione ad una precedente provocazione da parte della Scaramuzza nei confronti della Mussetola”. Alcuni testimoni, tra cui il marito dell’imputata, avevano infatti raccontato di essere stati presenti ad una riunione politica che si era tenuta la sera precedente in cui la Scaramuzza aveva detto che l’imputata aveva tramato contro di lei mettendola in cattiva luce. Per il giudice, “le dichiarazioni ingiuriose pronunciate successivamente dalla Mussetola non possono venire ritenute mera reazione all’altrui provocazione, difettando, tra l’altro, il necessario requisito della proporzione”.

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