Acqua: assemblea sul filo del rasoio Tappa verso società pubblica
Nella foto, il tavolo di presidenza di Padania Acque nell’assemblea del 2012
AGGIORNAMENTO – Con la sola astensione del sindaco di Spino d’Adda Paolo Riccaboni, i sindaci del cremonese hanno votato ieri, nell’assemblea di Padania Acque la rinuncia ad esercitare la prelazione sulle quote di Scrp che dovrebbero confluire nel capitale di Padania Acque Gestioni (PAG), in tal modo consentendo a quest’ultima di acquistarle direttamente. Resteranno congelate in attesa di essere ritornate ai comuni del cremasco, attualmente non in grado di acquistarle. Un voto carico di tensione per i comuni cremaschi, quello di giovedi sera nell’auditorium dell’Avis, che avrebbe potuto segnare un colpo di spugna sulla società unica per l’acqua con affidamento diretto (in house) a Padania Acque Gestioni, percorso avviato ormai da un anno e politicamente giustificato dal voto del consiglio provinciale di fine 2012 con il quale veniva espressa a maggioranza la volontà di perseguire la gestione totalmente pubblica. Un percorso al quale, come noto, il presidente della Provincia Massimiliano Salini preferisce l’ingresso immediato di un socio privato a garanzia di maggiori investimenti.
Il voto di ieri sera rappresenta una tappa del percorso dell’affidamento del servizio a PAG, per un periodo (di compromesso) di tre anni che secondo alcuni, in primis Salini e il sindaco di Spino Riccaboni, renderà dififcile la”bancabilità” (la possibilità cioè di accedere a prestiti bancari) della società di via del Macello. Per questo, aveva detto Salini, fra tre anni si renderà comunque necessario far entrare un socio privato, con l’aggravante di doverlo fare in condizioni di emergenza quindi di debolezza da parte della società pubblica. Non la pensano così molti altri -alla fine prevalenti nell’assemblea di ieri -, come spiega l’intervento di Giuseppe Torchio: “Sono perplessità che abbiamo tutti, ma a cui tutti sappiamo dare una risposta: è infatti reale il problema che un affidamento triennale possa suscitare qualche remora sulla bancabilità, tuttavia le risorse presenti e future, comprese quelle legate alla sentenza sugli “aiuti di Stato” forniscono un quadro di riferimento certo.
“Inoltre abbiamo oggi tra le mani un soggetto che può ottenere un affidamento ventennale in house, anche come azienda speciale, quindi con l’esclusione dal patto di stabilità. La tariffa appena approvata contiene tutte le voci necessarie (compreso il fondo FONI) per ottenere garanzie sugli investimenti. Ricordiamoci – avverte Torchio – che con l’ingresso del privato l’unica e sola garanzia è e resta sempre e solo la bolletta pagata dai cittadini. E’ allarmismo – conclude l’ex presidente della Provincia – quello di chi pensa che il popolo sia bue e non comprenda che i soldi dei privati verranno rimborsati dai cittadini e con interessi profumati”.
Dovrebbe quindi essere la rispettata la data di fine ottobre come termine per effettuare la retrocessione delle quote ai Comuni e dotare in tal modo Padania Acque Gestioni dei requisiti per ricevere dagli stessi l’affidamento del servizio idrico integrato. Realizzando in primis gli investimenti in quei comuni che rischiano di vedersi comminare la multa europea per inadempienze.
IL COMITATO PER L’ACQUA PUBBLICA. “Il comitato acqua pubblica del territorio cremonese accoglie con favore la decisione assunta ieri dall’assemblea dei soci/Sindaci di Padania Acque s.p.a. La quasi unanimità (con l’astensione del solo sindaco Riccaboni) del voto espresso dai Sindaci dimostra, come abbiamo sempre sostenuto, che l’affidamento del servizio idrico integrato ad un soggetto interamente pubblico è l’unica soluzione in grado di unire il territorio cremonese e rispettare l’esito referendario. Occorre tuttavia non allentare la pressione in quanto — come si è visto nelle 24 ore precedenti la riunione — il presidente Salini non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo progetto di privatizzazione. Auspichiamo dunque che questo processo si concluda positivamente ed in tempi brevi: avremo così un soggetto, sottoposto a stretto controllo dei nostri enti locali, in grado di ottenere l’affidamento diretto del servizio, senza ingresso di soggetti privati. Confidiamo che i Sindaci, quando questo complesso processo di aggregazione sarà ultimato, vorranno valorizzare al massimo quanto di positivo hanno ottenuto per la gestione dell’acqua della nostra provincia, dando alla nuova azienda totalmente pubblica un mandato molto più ampio dei tre anni di cui nei mesi scorsi s’è parlato”.
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