Cronaca

Turismo, drastica la diminuzione degli arrivi in provincia di Cremona

Segnali negativi dal turismo in provincia. Un territorio, quello cremonese, fra i più colpiti dal calo degli arrivi in alberghi e strutture extra-alberghierese si osserva il panorama regionale. I numeri arrivano dall’indagine T.R.A.V.E.L. (Tourism Reporting And Evaluation in Lombardy), realizzata dal CeRST – Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Territorio – della LIUC–Università Cattaneo in collaborazione con il Sistema Camerale Lombardo. I dati – in attesa di poter valutare la situazione completa della stagione estiva – si riferiscono al periodo marzo-maggio 2013. Primavera difficile e turismo sempre più mordi-e-fuggi.

La Lombardia affronta la crisi

“Rispetto allo stesso periodo del 2012 – si legge nella sintesi della rilevazione, effettuata presso un “campione selezionato e significativo di strutture ricettive” – gli arrivi turistici in Lombardia sono calati del 6.7% per gli alberghi/hotel e del 4.8% per le strutture extra-alberghiere (residence, bed & breakfast e campeggi). I dati sono in linea con l’andamento rilevato per le presenze (che considerano il numero dei pernottamenti, ndr) negli alberghi (-6,8%), che in Lombardia assorbono l’80% dei flussi turistici. Sembra confermarsi una forte problematicità per il settore: la breve durata delle permanenze medie per i turisti in Lombardia. Indicazioni provenienti da Regione Lombardia sembrano confermare che sia in atto un trend decrescente, anche più negativo di quello emerso in questa indagine”. In Italia “gli arrivi complessivi di turisti sono diminuiti del 5.4%, mentre pari al 6.4% è stata la riduzione delle presenze sul territorio nazionale”.

In provincia di Cremona -8,7% per gli arrivi in alberghi e -10,1% per quelli relativi ad attività extra-alberghiere. Calo del 9,8% per le presenze in alberghi e del 5,1% per quelle in strutture extra-alberghiere.

“A sperimentare una contrazione della vocazione internazionale – si legge ancora – sembrano essere soprattutto Como e Bergamo, mentre in crescita risultano Brescia, Cremona e Monza Brianza. E’ interessante comunque notare che numerose delle province che hanno subito il maggior calo di turisti in ingresso sono connotate anche da una incidenza molto limitata di turismo internazionale: è il caso di Lodi, Pavia, Cremona e Bergamo. Non vi è dubbio, peraltro, che, per quanto soggetta anch’essa a qualche contrazione, la domanda estera rimanga più vivace di quella domestica e per i territori lombardi continui ad essere fattore strategico la capacità di esprimere attrattività anche oltre i confini nazionali”.

Scorrendo l’indagine, si notano anche previsioni negative per i mesi successivi dagli imprenditori: “Più del 36% pensa che perderà clienti nei prossimi 12 mesi e solo il 18% conta di aumentarli; l’85% ha una percezione pessimista sul futuro del comparto turistico, mentre solo il 13% prevede un aumento di competitività del settore”.

Massimiliano Serati, Professore Associato della Scuola di Economia e Management della LIUC e Direttore del CeRST, che  coordina il team di T.R.A.V.E.L., sottolinea: “In fasi come questa gli attori pubblici che programmano lo sviluppo turistico lombardo devono ragionare sull’efficacia del modello turistico territoriale con capacità di visione strategica di lungo periodo. Al contrario, le imprese del settore devono garantirsi tatticamente la sopravvivenza nel breve periodo e la preservazione di adeguate marginalità. La ricomposizione di questa dicotomia richiede abilità e conoscenza profonda del territorio. Ad esempio, per quanto riguarda la competitività di prezzo, soluzioni che puntino sul potenziamento di un’offerta lombarda low cost, oltre a essere in contraddizione con le vocazioni del territorio e con i trend in corso nel mercato, rischiano di generare un consumo incontrollato del territorio, a fronte di un impatto minimo sui margini degli operatori e sul valore aggiunto di settore. Al contrario, in questa fase è vincente adottare logiche di market intelligence e strategie di prezzo estremamente flessibili in base alle caratteristiche della domanda per coniugare tassi di occupazione dei posti letto disponibili e tutela della marginalità degli operatori”.

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