Cronaca

Negozi chiusi ovunque, la crisi non abita solo in corso Garibaldi

I negozi chiudono anche dove non c’è stata rivoluzione viabilistica. E sebbene corso Garibaldi sia sempre al centro dell’attenzione, le serrande  definitivamente abbassate sono un po’ dappertutto. Il recupero ormai da oltre un anno, di piazza Marconi, non ha dato i frutti sperati ai negozi sotto i portici n tanti sono rimasti vittima del buco durato anni.  Vari avvicendiamenti tra i negozi rimasti vuoti, apertura di un negozio di generi alimentari etnici, un nuovo bar e una gastronomia, ma da metà galleria in poi sono scomparsi due negozi di abbigliamento e la profumeria.

Spostandoci appena un po’ fuori, Via Buoso da Dovara ha vissuto momenti migliori: attualmente le vetrine vuote, per trasferimento o cessazioni sono soltanto un paio, anche se piuttosto vistose.  Più numerosi i buchi di corso Pietro Vacchelli, mentre le meno numerose attività di via XX settembre, sono fortunatamente quasi tutte in piedi.

Tra le strade dove i commercianti hanno dovuto fare i conti con le modifiche alla viabilità, c”è stato anche corso Matteotti. Oggi, a due anni di distanza e con la pavimentazione di pregio ormai entrata nelle abitudini, restano chiusi due negozi di grosse dimensioni di fronte a a palazzo Fodri. Corso Mazzini insieme a corso Campi sono probabilmente le due strade dove commercio e pubblici esercizi possono ancora sperare di fare buoni affari. E corso Garibaldi? I negozi vuoti sono praticamente gli stessi di due – tre anni fa, con qualche cessazione che risale ancora a più addietro, come nel tratto terminale,  oltre palazzo Cittanova e variano dalla vetrina unica a metrature ben più grandi. Le uniche nuove aperture sono state la sala scommesse,il kebab e la rivendita di bibite automatiche. Ma le chiusure sono numerose anche nel tratto di corso verso il centro città, tra l’agenzia viaggi Guindani e il bar la Mantovana. Nell’isola pedonale, restano vuote (ma dovrebbero riaprire a breve) le vetrine ex Pinalli e It. Insieme alla chiusure per ferie, l’immagine è quella di una città sempre più desolata.

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