Cronaca

L'albanese Ndoja dal barcone dei clandestini a uomo di punta della Guerino Vanoli

E’ una storia di vita, oltre che di sport, quella raccontata alla Gazzetta dello Sport da Klaudio Ndoja, il giocatore di basket appena ingaggiato dalla Guerino Vanoli per il prossimo campionato. 28 anni, 201 cm di altezza, 102 kg, in campo il ruolo di ala. Ndoja è di nazionalità albanese ed è da queste origini che parte l’intervista del quotidiano sportivo. Già, perché questo gigante soprannominato “il gladiatore” per il carattere determinato, che ha lasciato tra le polemiche l’Enel Brindisi, è arrivato in Italia a 13 anni su un barcone di clandestini, durante gli anni più duri per il popolo albanese, nel 1998. La vicenda emerge durante l’intervista che gli ha fatto  per il quotidiano sportivo Michele Talamazzi, ed ha il merito di avvicinare un campione sportivo alla vita reale di migliaia di migranti.  “La mia è la storia di un emigrante, sin dall’inizio, e sono stato abituato a cambiare città spesso – afferma Ndoja -.  Ma con la mia famiglia che si è sistemata a Cornaredo, per me è sempre bello tornare vicino a casa”. La casa è appunto la Lombardia perché è a Bollate che la sua famiglia originaria di Scutari si diresse dopo essere approdata in gommone sulle coste italiane. Non facile, come per tanti suoi connazionali, la strada dell’integrazione: “Specie all’inizio, ho incontrato anche parecchia stupidità. Purtroppo sono cose che succedono ancora oggi ed anche in altri contesti, situazioni che penso sia difficile eliminare completamente e che ho imparato ad affrontare. Ma quando sei un ragazzino, sentirsi dire “albanese di m…” mentre giochi a basket fa soffrire”.

Negli ultimi otto anni – si legge nell’intervista – Ndoja ha girato l’Italia in lungo e in largo, da Borgomanero a Capo d’Orlando, da Ferrara a Brindisi, toccando sei regioni diverse e cambiando maglia quasi ogni stagione. Ora, per la prima volta da quando ha lasciato il settore giovanile di Casalpusterlengo, Klaudio Ndoja torna a giocare nella sua Lombardia. E qui potrebbe anche mettere le radici: “Quest’anno avevo offerte più importanti in Legadue, ma sento di valere la serie A e Cremona mi ha fatto sentire un pezzo importante della squadra già alla prima telefonata. Di Cremona e della Vanoli mi hanno parlato bene in tanti: mi dicono che sia una grande famiglia, e allora voglio integrarmi il più velocemente possibile”.

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