Cronaca

Il Pdl cremonese a Roma Sul treno del ritorno la conta dei presenti

AGGIORNAMENTO – Tornata a casa la delegazione di iscritti e simpatizzanti Pdl che nel primo pomeriggio di domenica aveva raggiunto la capitale per manifestare sostegno a Silvio Berlusconi. Tra Frecciarossa e pullman sono stati una sessantina a sottoporsi al tour de force, esponenti del vertice del partito e semplici  iscritti. Tra loro, il  vice coordinatore provinciale Fabio Bertusi; il coordinatore cittadino Francesco Zanibelli; i componenti del coordinamento provinciale Mino Jotta, Paolo Zuppelli, Stefania Longo, Fabio Ferroni, Licinio Raineri e molti altri. Separatamente è giunto Carlo Malvezzi, uno dei pochi esponenti dell’area di Cl presenti alla manifestazione. Qualcuno ha fatto notare la netta prevalenza della componente che fa capo, in Lombardia, a Mantovani e Gelmini, ma tutto sommato la giornata romana sembra aver contribuito a far mettere da parte le profonde divisioni in correnti del Pdl cremonese, galvanizzandolo nel suo complesso. “Passione allo stato puro – commenta sulla via del ritorno Mino Jotta – noi che siamo i sostenitori storici di Forza Italia ci siamo sempre. Su assenti e presenti oggi non è il caso di soffermarsi. Ci tenevamo a dare la nostra solidarietà a Berlusconi e questo momento coincide anche con un nuovo corso, che vedremo meglio da settembre”. “Il partito sta vivendo questo come un momento di rinnovamento – afferma Zanibelli – Molti nostalgici di Forza Italia stanno riscoprendo le energie e le emozioni del ’94 e questo è  un elemento positivo”. Mentre per Bertusi, quella di domenica è stata la dimostrazione che “chi vuole colpire Berlusconi colpisce anche il popolo dei moderati italiani”.

Oltre al treno, un’altra delegazione cremonese era partita di prima mattina in pullman, da Soresina con tappa a Cremona. Tra gli assenti perchè in vacanza, il coordinatore provinciale Luca Rossi e il consigliere provinciale Antonio Agazzi. Carlo Malvezzi, consigliere regionale del Pdl ed ex vice sindaco di Cremona, ha detto: “Non è il funerale di un leader ma la ripartenza di un popolo che orgogliosamente riafferma il proprio diritto di scegliere chi li deve rappresentare. Sono qui anch’io perché mi sento parte di questo popolo. Vent’anni di accanimento giudiziario non sono bastati a ‘domare’ il desiderio di milioni di persone di voler vivere in un paese dove si possa essere realmente liberi. Il popolo crede che vi debba essere un effettivo equilibrio tra i diversi poteri (non più ordini) dello Stato”.

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