Cronaca

"Io, truffato da un finto morto". Per 'l'erede' multe da pagare

L'avvocato Curatti

Una vicenda che ha dell’incredibile, quella che ha visto protagonista suo malgrado Bruno B., 56 anni, originario di Caserta, titolare di un negozio di frutta e verdura a Cremona. Per un errore burocratico, Bruno è stato ritenuto erede di un parente morto. E a casa ha ricevuto da pagare cartelle esattoriali per quasi 3.500 euro e una serie di contravvenzioni. Nulla di particolare se non fosse che Bruno non è affatto parente del defunto e che soprattutto il morto, defunto non è.

Ciò che è accaduto a Bruno è da collegare ad una frode di cui si è reso protagonista nel torinese Giovanni F., 52 anni, panettiere a Beinasco e residente a Nichelino, nell’hinterland di Torino, che per tre anni si è finto morto per non pagare le tasse. L’uomo aveva fatto dichiarare il suo decesso nel 2010, e invece è sempre stato vivo e vegeto. La truffa del panettiere è stata scoperta a Cremona proprio grazie a Bruno, che con il panettiere ha in comune solo il fatto di essere cognati (il fratello di Bruno ha sposato la sorella di Giovanni) e di essere stato ospitato per qualche mese a casa sua.

A raccontare questa incredibile storia è stato lo stesso Bruno, che abbiamo incontrato nell’ufficio del suo legale, l’avvocato Luca Curatti. Dal 1998 al 2002 Bruno ha vissuto a Cremona con la moglie, dalla quale in seguito si è separato. Ha poi abitato in provincia di Pavia, ma nel marzo del 2010, a causa di gravi problemi economici, ha chiesto ospitalità a Giovanni, dal quale è rimasto fino al luglio dello stesso anno. “Una testa calda”, ha detto, parlando del cognato. “Poi mi sono risposato e nell’agosto del 2011 sono tornato a  vivere a Cremona”.

Quando Bruno è stato chiamato dagli agenti della polizia municipale di Cremona per pagare un verbale che arrivava dal comune di Orbassano, nel torinese, è caduto dalle nuvole. “Mi hanno detto il modello della macchina e mi hanno letto la targa”, ha spiegato. “Io non ne sapevo nulla. Poi la vigilessa mi ha detto che la contravvenzione era a nome di Giovanni e che io, in quanto erede, avrei dovuto pagare la multa perché lui era morto”.

Che Bruno fosse stato indicato come erede è riportato sia nelle cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate, sia nel verbale dei vigili urbani. E’ stato in quel momento che Bruno, che non sapeva che il cognato si fosse finto morto, ha svelato alla vigilessa in primis che lui non era un suo parente, ma che soprattutto Giovanni era vivo e vegeto. Da qui gli immediati accertamenti che hanno svelato che il panettiere di Nichelino si era finto morto per non pagare le tasse.

La truffa è stata scoperta anche grazie alle indagini effettuate in seguito ad un incidente stradale avvenuto a Nichelino. Un’automobile era finita contro la palina segnaletica di un autobus. Era una Ford Escort, non assicurata, che era stata lasciata sul posto perché troppo danneggiata per ripartire. L’intestataria è la convivente straniera del panettiere. Grazie ai successivi controlli all’ufficio tributario del comune, è emerso che l’uomo risultava morto dal 2010.

“Ora andranno verificate le contravvenzioni che il mio cliente ha ricevuto”, ha detto l’avvocato Curatti. “Per Equitalia, il problema dovrà per forza risolversi, anche perché il morto non c’è. Ma comunque ci sarà tutta una serie di azioni difensive da seguire, per non parlare della giustificata preoccupazione del mio cliente che possano arrivare altre ingiunzioni di pagamento”. “Ciò che sconcerta”, ha proseguito il legale, “è il fatto che Bruno sia stato indicato come erede”. “Non è certo piacevole”, ha concluso, “entrare in una spirale burocratica di questo genere”.

Sara Pizzorni

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